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Ecco come ho sconfitto il “nemico invisibile”

Opinionista: 

Il chirurgo per sua natura pensa di essere inattaccabile - incredibile a credersi - ritiene di riuscire a non sporcarsi e a non infettarsi mai, forse per quell’istinto esercitato negli anni di saper rispettare i tessuti e la sterilità, di trovare il modo di venirne sempre fuori. Un atteggiamento da moschettiere che non conosce paure, esitazioni, arretramenti, sempre pronto alla sfida, in prima linea. All’improvviso scopri però di essere come gli altri, il nemico invisibile ha colpito anche te, ti ritrovi solo, ti ritrovi debole e forse ti senti indifeso, perché questo è un nemico sconosciuto, non ne hai preso le misure giuste, non te ne hanno dato i mezzi opportuni per difenderti, non lo vedi, nessuno ne sa molto. I primi sintomi, forti, il ricorso al termometro! Mai usato in 60 anni, non sai cosa sia realmente l’influenza quando non sei mai mancato neanche un giorno al lavoro per malattia. Il primo tampone negativo ma purtroppo dopo molti giorni il baratro: sei positivo, i sintomi che aumentano non sono legati ad una banale influenza. L’ambulanza ora aspetta te, sei solo, non guardi indietro, inizia forse la tua battaglia più difficile, sei pervaso da tante emozioni, sempre più forti, sempre più dolorose, tante preoccupazioni per gli altri, per tuo figlio, per la tua famiglia, per i tuoi stretti collaboratori, per i tuoi pazienti che dovranno fare a meno di te. D’altra parte in questi momenti così difficili rievochi la saggezza di tua madre, che di fronte al tuo totale impegno quotidiano per raggiungere i migliori risultati professionali ti ha sempre provato a rallentare ripetendoti: “il mondo andava avanti anche prima che tu arrivassi e continuerà ad andare avanti anche quando tu non ci sarai più, riguardati”... che fa l’eco ai ricordi di mio padre, mio grande esempio di Chirurgia e di Umanità, che lavorava con il massimo impegno mentre lei ancora una volta lo ammoniva, che purtroppo nel pubblico, oggi come allora, nessuno ti riconosce tutto l’impegno che profondi, molti fanno poco o nulla ma a nessuno importa... purtroppo però l’impegno, la tenacia, la volontà, il rigore, l’obiettivo di volere e potere fare sempre di più e meglio per i pazienti non si governa, è nel Dna delle persone, non si sceglie di alzare l’asticella del prossimo ostacolo, si alza e basta! Il sorriso e la fiducia di un paziente guarito sono soddisfazioni impagabili, non ti fermano, chiedono giustamente alla tua coscienza sempre di più! E tu devi darlo, indipendentemente da qualsiasi condizionamento, ricco o povero, buono o cattivo, simpatico o antipatico, non ci sono graduatorie di merito al tavolo operatorio. Ma ora sei tu il paziente, sei dall’altra parte, vedi quanto è bello il sorriso di chi ti assiste, sai bene che faranno il loro massimo! Se non riescono a pungerti un’arteria sorriderai e li spronerai a riuscirci la prossima volta. Hanno fatto tutti il massimo! Percorsi obbligati, guardie giurate, l’ascensore scende, per chi è del mestiere capisce il grande sforzo del Direttore Generale Maurizio Di Mauro a trasformare questi luoghi in bunker dell’efficienza, non me ne stupisco conoscendone le grandissime capacità! Purtroppo l’ascensore scende, vuol dire che hai bisogno di un’assistenza particolare, ma dopo 2 giorni continui a scendere, cambi di reparto, hai bisogno di cure più intense, più pesanti, più fastidiose ma necessarie, con entusiasmo condividi di sottoporti alla cura intuita dal professor Ascierto, indiscussa risorsa della ricerca internazionale! Nel frattempo tanta, tantissima, commovente solidarietà, pensi che se le cose dovessero andare male hai ricevuto l’abbraccio che non avresti potuto vedere, tutti provano a sostenerti, ognuno a modo suo! Qualcuno ti ricorda che sei imbattibile e che supererai anche questo gigante mentre senti che altri soffrono con te, quanta meravigliosa fedeltà di sentimenti! Sai bene che molti digeriscono male il tuo rigore, il tuo efficientismo, la tua costante pretesa del massimo risultato, chi ti collabora lo sa bene, lo ha sofferto quotidianamente, ma questa malattia non fa altro che confermare che sei sempre stato in prima linea, che non ti tiri indietro. È una fortissima emozione leggere e rispondere ai messaggi, a volte fa quasi più male, ma quanta dolcezza. Speri proprio vada tutto a buon fine, sei pronto a qualche ironico commento “neanche il coronavirus c’è riuscito...” ma sai anche che con te esulteranno in tanti! Li abbraccio tutti. Un ringraziamento speciale al mio grande Amico Maurizio Di Mauro, Winston Churchill nella battaglia contro il Covid, assolutamente fantastico, tutta la regione deve riconoscergli con me una gratitudine eterna, ha creato una struttura eccezionale, d’altra parte in ospedale è sempre il primo ad arrivare e l’ultimo ad andare via, mi è stato moralmente vicino tutto il giorno per poi richiamarmi da casa con la splendida e dolcissima Rosaria, perché si sa che dietro un grande uomo c’è sempre una grande donna! Grazie al professor Fiorentino, un gigante di umanità, grande non solo nel fisico ma nella professionalità a tutti ben nota, io per primo già da tempo lo consideravo un eccezionale riferimento della Pneumologia dei casi disperati del nostro Mezzogiorno, sempre presente, schivo, in punta di piedi ma fantastico, come tutti, il dottor Enzo Montesarchio, il dottor Parrella, il dottor Enzo Di Sarno, amico da 30 anni, il dottor Mollica che mi ha raccontato che 15 anni fa aveva superato brillantemente con me l’esame di Chirurgia Generale alla Vanvitelli... i casi della vita... e tanti altri che non nomino per non far torto a nessuno, non lo meriterebbe tutto il loro impegno. Un plauso agli infermieri, caposala, operatori, tutti sorridenti, talmente bardati che incontrandoli per strada non li riconoscerei, ma attraverso una doppia maschera si vedeva uno sguardo dolce, sicuro e compassionevole, senza mai tradire la giusta paura di rischiare in prima linea. Mi hanno rimesso in forma pronto a tornare al mio lavoro e alla mia sala operatoria, con più impegno, più passione e tanta umanità! La più grande eredità di questa esperienza? La gara di solidarietà dei miei familiari, dei miei collaboratori, del mio staff, dei miei colleghi da Napoli e da tutta Italia, tanti, tantissimi Amici! La “A” maiuscola non è casuale!!! Un pensiero finale ai miei compagni di battaglia ancora in ospedale, ripeto a loro la frase che mi ha ripetuto ogni giorno un magnifico Amico speciale “Ce la faremo”, e al Presidente De Luca, che come un leone giustamente ripete “State a casa”, mentre sostiene finalmente con ogni sforzo la Sanità Campana, Il Presidente della nostra Regione ha dimostrato ancora una volta con la sua grinta di sostenere le sue eccellenze, poiché il livello socioculturale di una regione di valuta sulla qualità dell’assistenza che è in grado di erogare, e stavolta posso innegabilmente affermare che non siamo secondi a nessuno!

*Professore Ordinario di Chirurgia Università della Campania “Luigi Vanvitelli”