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La vita è qualcosa di sacro, non si compra e non si vende

Opinionista: 

Cari amici lettori, la scorsa settimana, fra i vari motivi di allarme, indicai come fondamentale quello relativo alla vita. Siamo in un tempo in cui la razza europea, ben più ampia che quella difesa dal nazismo (tutti i discendenti dei greci, dei latini, dei germani, degli ispani, delle altre antiche popolazioni europee e di tutte le persone di colore che si sono integrate nella nostra civiltà), è a rischio di sopravvivenza per la crisi delle nascite. Mi sembra folle che in questa situazione sia le istituzioni sia i singoli si accaniscano contro questo bene supremo, simboleggiato dal Santo Natale, la nascita come essere umano del nostro Signore e Creatore. L’Unione Europea, che pare ansiosa più di distruggere che di salvare le popolazioni a essa soggette, studia di imitare Macron e di inserire nel proprio ordinamento il diritto all’aborto. La vita è qualcosa di sacro, non si stronca con tanta indifferenza, non si compra e non si vende. Quest’atteggiamento smentisce clamorosamente le ipocrite condanne della pena di morte e della schiavitù. Perché mai i peggiori criminali hanno diritto alla vita e le innocenti creature concepite no? Perché gli adulti non possono essere venduti (fingiamo di non vedere come funziona l’immigrazione clandestina), i nascituri e i nati sì? Ancor più orribile mi sembra la storia, tutta italiana, del rifiuto della maternità come valore universale. Questo ha fatto l’apposita commissione del Comune di Milano, esprimendosi contro la collocazione della statua che gli eredi di Vera Amodeo avevano donato perché venisse posta in piazza Eleonora Duse. La statua rappresenta una donna che allatta. All’unanimità, quella commissione ha ritenuto che l’opera «non rappresenta valori universali»! La maternità non è un valore universale? Vogliamo abolire la Madonna, che questo sublime valore rappresenta? Il coro ostile contro questa stupidaggine non è servito a nulla. La statua non andrà nella piazza, bensì, a quanto si dice, nella clinica Mangiagalli, ove si praticano anche aborti. Santo cielo, è mai possibile che noi dobbiamo sopportare in piazza Municipio la “Venere degli stracci” e una piazza milanese non può ospitare la “donna che allatta”? I singoli non fanno di meglio. Pensiamo alle stragi, ai femminicidi, ai maschicidi e agli infanticidi. Anche se non volontaria, l’uccisione di due carabinieri e il ferimento di altre persone, commessi fra Eboli e Campagna da una donna ubriaca e “fatta”, che guidava un Suv, è un crimine che suscita indignazione. Questa donna insensata non se la può cavare con il ritiro definitivo della patente e la confisca del veicolo, ma merita una lunghissima detenzione domiciliare dopo essere comparsa in tribunale incatenata come la “turista con martello” di Budapest. La forma è diversa, ma il disprezzo per la vita altrui è la stessa. Entrambi i casi sono l’espressione di una civiltà moderna, adoratrice del vitello d’oro al punto da generare, nella ormai devastante pubblicità che tutti opprime, un rito sacro come l’eucarestia ridotto a un offertorio di patatine! Cari amici, io continuerò a consumare patatine solo perché le friggiamo in casa, ma ritengo che la gente perbene dovrebbe boicottare tutti i prodotti pubblicizzati in maniera sconcia o volgare, ad esempio con foto di donne sedute sul cesso per fare i propri bisogni. Bellissimo era il tempo in cui la tv ancora non esisteva; ma bello era ancora quando la pubblicità era circoscritta al “Carosello”, esprimendosi in forme abbastanza gradevoli. Quando ero giovane gli orrori della vita attuale erano anticipati dalle distopie dei romanzi fantascientifici. In quelle distopie compariva anche la fine del mondo. Ora la Casa Bianca, la Nato e Macron sembrano pensarci seriamente. In fondo, la guerra atomica cos’è, se non l’oltraggio finale alla vita?