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Le fasce verdi e la Vela di Scampìa

Opinionista: 

L’assessore all’Urbanistica Carmine Piscopo, in occasione della demolizione della Vela Verde, ha detto che sull’area resa libera sorgerà un parco verde. Un’idea non condivisibile visto che il “verde” a Scampia non ha vita facile. Lo dimostrano le vergognose condizioni del grande parco verde, circa 10 ettari, realizzato con i fondi della 219/81 dopo il terremoto del 23 novembre ’80. Un parco che, nelle intenzioni del sindaco Valenzi, avrebbe contribuito alla rinascita sociale e culturale di Scampìa. Ma così non è stato. Perché i processi di crescita e di sviluppo si innescano con le attività produttive, industrie ecocompatibili oppure  l’ortocoltura. Del resto, anche la Villa comunale, rifatta (malissimo e tra mille polemiche) dall’architetto milanese Mendini su incarico del sindaco Bassolino, versa in condizioni di degrado scandalose. Delle quali l’assessore Piscopo è corresponsabile. E non se ne vergogna. Realizzi su quest’area la piazza progettata da Di Salvo con la fontana, i negozi alimentari e generi vari, un grande bar e un centro comunitario dove gli abitanti di Scampìa possano incontrarsi. Sulla necessità e sulla urgenza di recuperare a condizioni di civile convivenza Scampìa  (una città di circa 100mila abitanti, il doppio di quelli previsti dal piano urbanistico) abbiamo avuto negli ultimi decenni i dibattiti, i megaconvegni, i rèportage sulla stampa quotidiana e periodica e in televisione,  le denunce e le proteste dei parroci e dei comitati inquilini, le scandalizzate “samarcande” di Michele Santoro, le visite di Presidenti della Repubblica e di Pontefici,  le Feste del 1° Maggio con la trimurti sindacale e tutta  una serie di proposte centrate sulla eliminazione della camorra, causa prima delle devianze social (droga, scippi, rapine e prostituzione) che ne determinano il degrado sociale. E il sindaco Luigi de Magistris e il suo assessore Carmine Piscopo si sono convinti che le Vele sono il simbolo di tutte le negatività cittadine. E hanno deciso di demolire le restanti Vele, sfuggite al piccone demolitore di Bassolino e della Iervolino, contro il parere del mondo culturale cittadino, espresso in un convegno promosso e finanziato proprio dalla loro amministrazione. E anche contro il parere dell’assessore alla Cultura Nino Daniele. Che però non ha fatto sentire la sua voce il giorno della demolizione della Vela Verde. È il caso di ricordare che il piano urbanistico  di Secondigliano (ha preso poi il nome di Scampìa da una grande masseria che,assieme ad altre più piccole, occupava l’area che va da Secondigliano a Melito) ha previsto ampie fasce verdi tra gli edifici residenziali e le strade allo scopo di combattere l’inquinamento dell’aria e di costituire i filtri contro i rumori del traffico. In realtà non sono diventate mai “verdi”, nel senso che le poche piantumazioni iniziali sono scomparse nello spazio di un mattino. Col risultato che: le fasce sono state abbandonate agli usi più impropri e sono divenute, perciò, ricettacoli di rifiuti di ogni genere. Accentuando l’immagine di degrado del quartiere. Queste fasce si sviluppano su una superficie complessiva di circa 50 ettari (circa 5 volte la Villa comunale), più che sufficienti per creare una grande coltivazione di ortaggi e frutta, da affidare a una cooperativa di ragazzi e di ragazze di Scampìa, secondo modalità da precisare. Le fasce andrebbero recintate con alte siepi verdi. Nella fascia più grande si dovrebbe realizzare un manufatto edilizio seminterrato, coperto a prato, contenente i servizi igienici, gli spogliatoi e la direzione-amministrazione della cooperativa. Le fasce diventerebbero permanentemente “verdi” e cesserebbero di essere un “problema”  (anche igienico) per diventare una “risorsa” (sociale ed economica ). Si darebbe ai giovani (e anche agli anziani) di Scampìa una occasione di lavoro altamente redditizio e al quartiere una immagine di particolare gradevolezza. Nonostante la presenza della camorra e delle devianze sociali. Si tratta di una occasione da non perdere. 

g_mazziotti@yahoo.it