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L’Inno a Roma, dimenticato, con richiami a pace e lavoro

Opinionista: 

Esiste un bellissimo inno patriottico, che è importante ricordare il 21 aprile, data in cui si festeggia il Natale di Roma. Un inno, oggi, poco ricordato e conservato in soffitta perché ritenuto un inno fascista, in quanto il regime se ne appropriò durante il Ventennio. Si tratta dell’Inno a Roma che riprende gli splendori dell’antichità romana. In realtà questo Inno è stato scritto nel 1918 da Fausto Salvatori ed è stato musicato da Giacomo Puccini in occasione della celebrazione della vittoria dell’Italia nella prima guerra mondiale. Ed infatti, la prima esecuzione dell’Inno sarebbe dovuta avvenire proprio il 21 aprile 1919, per celebrare la nascita dell’Urbe, ma, per una serie di vicissitudini, fu posticipata al 1 giugno, alla presenza dei Savoia, in occasione di alcune competizioni ginniche allo Stadio Nazionale. Il ritornello (“Sole che sorgi libero e giocondo sul colle nostro i tuoi cavalli doma; tu non vedrai nessuna cosa al mondo maggior di Roma, maggior di Roma”), riprende il Carmen saeculare di Orazio, che rappresenta, tra l’altro, culmine stilistico di quest’ultimo (“O Sole fonte di vita, che con il carro splendente mostri e nascondi il giorno, e che sempre vecchio e nuovo risorgi, che tu non possa mai vedere nulla di più grande della città di Roma”) in cui il poeta romano dimostra la sua adesione alla politica augustea e la sua enorme stima nei confronti dellamagnificenza e della potenza di Roma nel mondo. Sebbene sia stato dimenticato, esso può ben rappresentare il nostro secondo Inno nazionale, in quanto ricorda la nostra storia ed il nostro glorioso passato, alternando passi da tipica marcia a momenti più rilassanti e distensivi, con richiamo a circostanze di pace e di serenità. Come detto prima, l’Inno, con i suoi richiami a tematiche legate alla pace, al lavoro ed al tricolore, è fortemente patriottico. Ed è importante ricordare che il patriottismo è un valore legato all’amor di Patria, che spesso, oggi, si vorrebbe contrastare, in quanto ritenuto, da alcuni, non più rispondente ai principi e valori attuali e, soprattutto, è ritenuto contrario alla nostra Costituzione e al nostro ordinamento giuridico. Niente di più falso! Il patriottismo – da non confondere con lo statalismo – è un valorepresente nella Costituzione italiana, laddove proprio l’art. 52 prevede che “La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino”. Infatti, “La difesa della Patria” rappresenta un vero e proprio dovere inderogabile, e nessuno può esservi esonerato. Ciò significa che tutti i cittadini devono prestare la loro opera in favore dello Stato non solo in tempo di guerra, ma anche di pace, anche attraverso l’esplicazione di forme di solidarietà non collegate alle armi, tra cui la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale e dei principi che sono riconosciuti proprio dalla Costituzione. Pertanto, non si comprende come il concetto di “Patria” possa essere inteso come valore antiquato e superato dalla modernità. Ed ecco, proprio a cento anni dalla morte di Puccini, è importante ricordare l’Inno a Roma, da lui musicato e che simboleggia il meraviglioso sole si Roma, che splende non solo sulla nostra civiltà latina, ma sulle civiltà di tutte le epoche.