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Preferisco Rula Jebreal a Qassem e Recep

Opinionista: 

Cari amici lettori, bentrovati dopo la lunga pausa natalizia, dovuta a due consecutivi mercoledì festivi. Poiché non è mai troppo tardi per gli auguri, buon anno a tutti, soprattutto per quanto riguarda la salute e la serenità. Le polemiche mediatiche diventano sempre più numerose e violente, ma, quasi sempre, sono poco interessanti. Una delle più ridicole, credo tuttora in corso, riguarda Rula Jebreal e il festival di San Remo: ne ho appreso da una domanda di Quora formulatami via e-mail, che chiedeva la mia opinione. Ho risposto con la domanda “Chi è?”, sentendomi un po’ don Abbondio. Poi mi sono consolato, riflettendo che, tutto sommato, Carneade era un personaggio di maggior rilievo, anche se come filosofo non poteva rivaleggiare con Platone e Aristotele. Subito dopo mi sono affrettato a consultare Wikipedia per colmare questa grave lacuna della mia cultura. Ho scoperto, così, alcune affinità fra i due personaggi: entrambi di origine extraeuropea, Carneade nato a Cirene e Rula a Haifa, ma immigrati e attratti dal centro del mondo (Carneade visse ad Atene e si spinse fino a Roma, Rula è cittadina italiana e si è trattenuta a lungo negli Usa), entrambi alla moda e poco condivisibili (Carneade era uno scettico, Rula è un’attivista palestinese). Ci sono anche grandi differenze, ovviamente: Carneade non amava scrivere, Rula produce liberi, articoli e film. Rula, in ogni modo, non è antipatica (anche Feltri e Sgarbi la apprezzano e la difendono) ed è certamente da preferire ai suoi paladini Lerner e Boldrini. Non capisco cosa abbia a che vedere con la canzone e, soprattutto, trovo assurdo che voglia invitare Michelle Obama; ma in fondo a me tutto questo importa poco, poiché, dopo gli anni felici di “Grazie dei fiori” e di “Papaveri e papere”, non ho più perso tempo a guardare questo spettacolo. Ho deliberatamente anteposto Rula Jebreal a Qassem Soleimani e al sultano Erdogan e non perché ella è certamente di aspetto più gradevole rispetto agli altri personaggi, ma perché la canea sollevata dai guru della sinistra è veramente ridicola… e ridere fa buon sangue. Soleimani sarà certamente stato un personaggio importante, ma io e voi, amici lettori, non lo avevamo mai sentito nominare. Mu'ammar Gheddafi e Saddam Hussein erano certamente più famosi e così anche Osama bin Laden e Abu Bakr al-Baghdadi. Non ricordo, però, che i politici europei e italiani si siano tanto scandalizzati, in occasione della loro uccisione. Sarà perché non c’era Trump, ma altri personaggi che essi amavano molto di più. In ogni modo, questo fatto non scatenerà la terza guerra mondiale, quindi… glisson… passiamo ad altro. Recep Erdogan, come voi sapete, non mi è mai riuscito simpatico. Vuole risuscitate i sultani, come Putin vuole risuscitare gli Zar. Ma gli zar non ci hanno mai fatto del male, anzi ci hanno regalato i cavalli di bronzo che ancora ornano il Largo del Castello. I turchi invece sì: ricordate gli 813 martiri di Otranto? Le torri di guardia sulle nostre coste stanno lì a memoria delle sanguinose scorrerie che i pirati saraceni compivano nelle nostre cittadine costiere e, senza gli eroici difensori di Malta e di Vienna, noi saremmo da alcuni secoli sottomessi all’Islam, trattati come gli Armeni e i Curdi; non abbiamo più, oltretutto, napoletani come Cesario Console, che mille anni fa fermò gli invasori alla foce del Tevere. Non credo che il Giano di Capitanata o Giggino ‘e Pumpigliano sarebbero capaci di alcun contrasto. Rimanderebbero, come fanno per ogni argomento all’ordine del giorno in consiglio dei ministri, fino all’instaurazione della sharia (non in Libia, bensì in Italia, dove son già presenti sostanziose quinte colonne del nemico islamico). Ora, dopo centootto anni, i turchi tornano in Libia, terra dalla quale proprio noi li avevamo scacciati. Finiranno di cacciare noi, che già contiamo meno del due di coppe alla briscola, grazie alla guerra voluta da Giorgio Napolitano e Franco Frattini nel 2011.  Dopo Sarkozy e Macron, ci voleva Erdogan per completare l’opera. Poveri noi! Vi avevo avvisati che era meglio parlare di Rula Jebreal, anche se, con ogni probabilità, è una fan di Erdogan!