Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Quando troppo e quando niente

Opinionista: 

Cari amici lettori, “in medio stat virtus”, dicevano i latini, che, al pari degli anonimi autori dei detti napoletani, sapevano già tutto quello che un uomo saggio deve sapere. Questo sano principio mi è tornato alla mente l’altra sera, poiché non ho potuto fare a meno di seguire “Non è l’arena”, finché si è discusso di Giuseppe, il bimbo di sette anni ammazzato a Cardito il 27 gennaio scorso dal patrigno a furia di botte. A parte le vittime, ho provato un po’ di pena per quell’avvocato che tentava disperatamente di giustificare un’insegnante, la quale vide più volte i segni delle percosse, ma non si curò di denunziare il fatto alla polizia giudiziaria. In verità io, come la maggioranza dei telespettatori, ero propenso a punire l’assassino e la madre complice con pene di tipo islamico, biblico o, almeno, da Santa Inquisizione. Un po’ di frustate, però, non le avrei risparmiate a quelle autorità scolastiche che, in un modo o nell’altro, hanno girato la testa da un’altra parte. Come dite? No, non sto parlando da magistrato: come giudicante, avrei applicato le leggi dello Stato italiano, come uomo qualunque esprimo la mia rabbia nei confronti delle autorità scolastiche che avrebbero dovuto e potuto evitare la tragedia. Altrove è il troppo che scatena i miei istinti più feroci di uomo della strada. A Bibbiano e dintorni, per esempio.   Non posso fare a meno di tornare su quest’appassionante argomento perché, nonostante il velo assai poco pietoso calato dai media di regime sulla vicenda, la cronaca registra due importanti novità nella faccenda dei mercanti di bambini. La prima riguarda Angelo Foti, fondatore e dirigente del centro “Hansel e Gretel”, che nel duetto “Angeli e Demoni” (titolo dell’inchiesta della magistratura emiliana) rappresenta la parte dei “Demoni”. Ha avuto esecuzione la misura interdittiva, applicata a Foti nel dicembre scorso dal giudice per le indagini preliminari di Reggio Emilia, che inibisce, per sei mesi, al guru di “esercitare l’attività di psicologo o psicoterapeuta con pazienti minorenni”. Il G.I.P., come già il Tribunale per il riesame di Bologna, ha esaminato una vasta documentazione prodotta proprio dalla difesa, scoprendovi un metodo “di per sé connotato da elementi di forte pressione e forzatura, nonché ingerenza nella vita privata dei minori”. Un comportamento fortemente ideologizzato, non accettato dalla scienza (Foti, caposcuola, è laureato in lettere e non ha titoli professionali attinenti a psicologia o psichiatria), che faceva pressione sui pazienti minorenni “perché raccontassero abusi che in realtà non avevano subito”. Federica Anghinolfi e i suoi potevano, quindi, provvedere agli affidi, in almeno due casi a coppie di lesbiche, dei bimbi strappati ai genitori. La seconda notizia è che gli ultimi quattro bambini sottratti alla famiglia sono tornati a casa. Fra loro la piccola Katia, che era stata affidata alla coppia “omo” formata da tali Fadja Bassmaji (molto “amica” della Anghinolfi) e Daniela Bedogni. La Bedogni, poiché la bimba si rifiutava di accusare il padre naturale di abusi, la fece scendere dall’automobile e la lasciò sotto la pioggia gridando: “Porca puttana vai da sola a piedi… scendi, scendi! … non ti voglio più…”. Una buona notizia, certo. Chi può dire, però, quali tracce di quest’orribile vicenda resteranno nella psiche di queste innocenti vittime dopo le mostruose violenze subite? Quando troppo e quanto niente, dunque. In entrambi i casi, il potere pubblico non funziona. In altri tempi sarebbe stato normale controllare perché un minore recasse sul corpo tracce di maltrattamenti. Non sembrava normale far finta di niente. D'altra parte, a nessuno sarebbe venuto in mente di togliere i bambini ai genitori, inventare violenze e costringere i bambini a confermarle, per fare quattrini; il tutto con la connivenza di assistenti sociali, pubblici funzionari e persino giudici minorili. Questi ultimi, poi, esistono per proteggere i bambini e non i loro carnefici, certamente non per consentire ai “Demoni” che iniettino nella loro psiche un orrore destinato a durare per tutta la vita. In medio stat virtus. Ma dov’è finita la virtù, in questi tempi bui?