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Salario minimo: una battaglia di civiltà, ma serve una legge

Opinionista: 

Ha avuto molta eco la notizia di martedì. Il Consiglio comunale di Napoli ha deciso di approvare a maggioranza il salario minimo a 9 euro, non solo per chi ha in appalto lavori e servizi per il Comune, ma anche per i concessionari di attività commerciali, un po’ sulla falsariga di quanto accaduto a Firenze, a Bacoli, ma anche a Milano e a Livorno. In linea di principio sono favorevole al salario minimo, mi sono sempre espresso a favore di questa misura di civiltà nei confronti di tutti i lavoratori. Provvedimenti come questo sono utili e lanciano un segnale importante. Non dobbiamo, però, tralasciare alcuni limiti. Sia col Comune datore di lavoro e mi riferisco ai trasporti e alla scuola, giusto per fare un esempio sia col Comune committente – penso alle varie partecipate – è sempre fondamentale rispettare i contratti collettivi di lavoro. Il salario minimo sicuramente può essere un’indicazione che però poi va recepita dal datore di lavoro e inserita, assieme alle organizzazioni sindacali, nel contratto di lavoro. C’è poi il tema dei 9 euro: devono ovviamente essere netti e non lordi, altre voci, tipo Tfr, previdenza e assistenza, non vanno considerati nei 9 euro, altrimenti questa misura può rappresentare addirittura un danno. Ripeto, il segnale è molto positivo, ma bisogna spingere a livello nazionale. Serve ovviamente una legge da parte del Governo che si sposi con la contrattazione collettiva nazionale in modo da evitare che si trasformi in una misura demagogica. Non vorrei che questo provvedimento fosse utilizzato soltanto a scopo propagandistico, sarebbe l’ennesima presa in giro per i lavoratori. Al Sud abbiamo già dovuto assistere all’abolizione del reddito di cittadinanza e alla proposta di autonomia differenziata che penalizza tutto il Mezzogiorno. Il reddito di cittadinanza – al netto dei vari furbetti, i quali giustamente andavano puniti – rappresentava un argine nei confronti di tanti lavori sottopagati che le persone poi sono costrette ad accettare in mancanza di alternative. Siamo in un momento molto delicato per Napoli e per tutto il paese. Servono fatti e non parole. Per questo motivo è fondamentale favorire il lavoro stabile, lottare contro la precarietà e garantire la salute e la sicurezza di tutti i luoghi di lavoro. Si apre una stagione decisiva per il mondo del lavoro. Il salario minimo è una giusta battaglia di civiltà e rappresenta un incentivo importante, ma va regolamentato e inquadrato in una direzione corretta per tutti i lavoratori.