Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Un esame di Stato anche per i politici

Opinionista: 

Per potere esercitare la professione di architetto, di ingegnere, di medico, di farmacista, di avvocato, di giornalista… occorre seguire un corso di studi e superare l’esame di Stato, previsto dall’articolo 33 della Costituzione allo scopo di garantire la collettività che questi cittadini sono abilitati a esercitare l’attività professionale. Visto che sono in tantissimi a voler fare i professionisti della politica (oppongono una tenace resistenza a ogni tentativo di limitare i mandati parlamentari perché intendono conservare a vita il prezioso scranno di deputato e di senatore considerandosi utilissimi alla vita politica del nostro paese) mi pare necessario che anche loro siano sottoposti a uno speciale esame di Stato (non sarà difficile precisarne le modalità) che ne certifichi la capacità, la moralità e l’onestà intellettuale allo scopo di evitare che a queste cariche pubbliche accedano persone inadeguate. E addirittura non degne. Vogliamo gente competente che operi per il bene della collettività. Non è una ubbìa culturale ma una necessità dettata dal progressivo deterioramento della qualità complessiva della nostra classe politica, nazionale e locale. Non c’è bisogno di fare i nomi dei tanti sindaci, dei tanti assessori, dei tanti consiglieri comunali, provinciali e ragionali, dei tanti presidenti di Provincie e di Regioni e dei tantissimi parlamentari e ministri rivelatisi incapaci di svolgere efficacemente le funzioni cui sono stati eletti. Senza contare le loro connivenze con mafia e camorra scoperte e perseguite dalla magistratura. Trovo però opportuno citare alcuni giudizi: “Non sempre chi intraprende la carriera politica lo fa per motivazioni ideali. Non sono pochi quelli che sono mossi dal desiderio di “sistemarsi”, di trovare un posto o la “pagnotta”, sia pure per un solo quinquennio. Resta perciò aperto il problema generale della selezione della classe politica perché non diventi sempre peggiore”. (Sabino Cassese). “Questi nani della politica sono politicanti pronti a tutti i mercati delle vacche perché quello che vogliono è più potere, più soldi” (Giorgio Bocca). “Diciamola tutta, non è più questione di politica. Siamo nella cucina della bassa politica, fra tovaglie lorde di tutto, rimasugli di cibo nei piatti, bottiglie di vino e bicchieri sporchi. È lo spettacolo di una classe politica fatta di mezze calzette che sono in Parlamento solo per la pensione, i viaggi gratuiti in treno e in aereo e al governo per l’auto blu. Manca una classe politica appena appena decente”. (Piero Ostellino). “Io non vedo alcuna classe dirigente. Basta mettere piede in Senato o alla Camera o in un consiglio regionale, provinciale o comunale per rendersi conto dello stato di degrado disastroso delle nostre istituzioni, con una classe dirigente presuntuosa e inetta”. (Lucio Colletti). Una volta bastava la cosìddetta “prova di alfabetizzazione”, che consisteva nel sapere scrivere il nome e il cognome. E allora il Partito Comunista Italiano istituì la Scuola delle Frattocchie per preparare al meglio i propri candidati. E ci riuscì. Ma poi tutto finì. Qualche anno fa Le Iene (una intelligente trasmissione di Italia1) interrogò molti parlamentari e rivelò che non sapevano quanti articoli contiene la nostra Costituzione (imperdonabile), ignoravano la data della scoperta dell’America, della morte di Napoleone e dell’isola in cui venne esiliato, dello sbarco dei Mille e della fine del Regno delle Due Sicilie, non avevano idea della rivoluzione francese né della rivoluzione culturale di Mao, e non sapevano chi erano Ceausescu, Pol Pot e Tito. E nemmeno Cicerone (una senatrice rispose “è quel signor che fa visitare i musei”). Basta con i dilettanti. Bisogna evitare che una persona senz’arte né parte venga eletto in Parlamento e diventi ministro. Perché non avviene in un nessun altro paese al mondo. Un esame di Stato può evitare che la nostra classe politica diventi sempre peggiore.