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“Lucariello” e il presepio: ecco a voi il commediante

Opinionista: 

Nei giorni scorsi Lucariello ha fatto capolino nella politica del Nostro Posto. Non mi riferisco al famoso personaggio di Eduardo de Filippo in “Natale in casa Cupiello”, ma al rapper napoletano Luca Caiazzo, in arte “Lucariello”. Mosso dalla voglia di portare una ventata di rinnovamento in Parlamento (anche lui!), il cantante napoletano si era iscritto alle “parlamentarie” indette dai 5S per individuare il candidato a sostituire il senatore Franco Ortolani, scomparso qualche mese fa, nelle elezioni suppletive del prossimo 23 febbraio. Dapprima abbiamo letto le sue dichiarazioni entusiastiche sul Movimento, descritto da Lucariello come una specie di culla della democrazia moderna. Poi gli iscritti alla piattaforma Rousseau hanno “votato” e - dopo il consueto blackout informatico che, stranamente, accompagna tutti i loro “postvoto” - sono usciti i risultati. Ha vinto, guarda caso, un compagno di studi (?) di Luigi di Maio. Lucariello, poverino, ci deve essere rimasto male e ha iniziato a lamentarsi di numeri che non tornano, ecc.. Insomma ha evocato una combine. E così, la culla della democrazia italiana del XXI secolo, in sole 48 ore, si è trasformata in sistema orwelliano. Povero Lucariello, tutto preso a portare in giro le sue canzoni, non doveva aver evidentemente mai trovato il tempo di leggere i giornali o perlomeno di scorrere i commenti sui social di tanti altri delusi da questi “bravi ragazzi”. Altrimenti lo avrebbe certamente saputo da prima che le “votazioni” on-line dei 5 Stelle sono la réclame dell’ipocrisia: vince sempre chi “deve”, finisce sempre come è più comodo ai triumviri (Grillo-Casaleggio-Di Maio). Solo che, a questo punto, mi sarei aspettato che, una volta scoperto come stanno davvero le cose, Lucariello sbattesse la porta per tornare al suo lavoro di cantante o per fare altre scelte. E invece no. “Resto nel Movimento”, ha dichiarato. Ma come - dico io - uno scende in campo per spazzar via la cattiva politica, scopre che è finito in un posto dove arrivano a taroccare il voto addirittura tra di loro e ci resta lo stesso? Ebbene, sì. Il rapper che voleva “portare le istanze sociali” nelle Istituzioni (anche lui!) ha scelto di adeguarsi per disciplina di partito, come si diceva una volta. Forse perché, in questo modo, la prossima volta magari “vince”. E allora, in fondo, Lucariello mi pare molto diverso dal personaggio del capolavoro eduardiano. Il Lucariello della commedia, viziato e sfaticato, risponde sempre “no” alla domanda del padre sul “presepio”, giusto per farlo innervosire, anche a Natale. Però, alla fine, Lucariello un guizzo d’amore e d’orgoglio ce l’ha e al padre morente dice: “Sì. Me piace o presepio”. Ecco, nel Nostro Posto, per fare il “presepio”, abbiamo bisogno di personaggi, non di commedianti.