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Adozione del figliastro, quanta confusione

Opinionista: 

Ha ragione Massimo Cacciari quando, in un intervento recente, ha lamentato l’inadeguatezza, per non dir altro, della politica italiana dinanzi a temi e questioni che andrebbero affrontati con la consapevolezza della loro complessità storica, culturale ed etica. Mi riferisco al dibattito in corso sulle unioni civili. Ciò che in esso prevale è l’oscillare tra baruffe di bassa cucina parlamentare (e cioè se regga o meno la maggioranza, se il voto segreto oltre a salvare le coscienze possa costituire una imboscata per il Governo, se il cosiddetto “canguro” debba essere ampio o ridotto, e così via dicendo) e il rinascere di vecchi steccati ideologici, religiosi e culturali (come mostra l’incredibile intervento di Bagnasco che ci riporta indietro di 40 anni, ai tempi dello scontro sul divorzio e come hanno mostrato le due piazze contrapposte tenute insieme certo da idealità e culture diverse, ma anche da un evidente estremismo ideologico). Temo peraltro che quella di Bagnasco non sia stata una “voce dal sen fuggita”, ma una consapevole presa di posizione della parte più moderata e conservatrice della chiesa italiana, che non perde occasione per testimoniare, sia pur sotto le paludate e ipocrite forme del linguaggio curiale, la sua opposizione a Papa Bergoglio. Insomma, sembra che tutti facciano a gara ad esorcizzare quello che è un vero e proprio passaggio d’epoca, in cui valori e categorie di pensiero stanno subendo una trasformazione radicale e in cui gli stessi concetti di famiglia o di natura umana stanno subendo una trasfigurazione che mette in gioco forme di vita e caratteristiche antropologiche consolidate. È il delicato terreno delle discussioni relative al testamento biologico, ai rapporti tra scienza, tecnica e vita, come mostra ad esempio l’incidenza della robotica sulla salute e sull’organizzazione del lavoro, della fecondazione assistita. Lo stesso insistente e strumentale richiamo al cosiddetto voto di coscienza oscilla tra l’essere il legittimo ricorso al dettato costituzionale che garantisce la prerogativa del parlamentare di svolgere le sue funzioni senza vincolo di mandato e senza obbedire alla disciplina di partito e il diventare strumento neanche troppo smascherato per minare la compattezza delle maggioranze parlamentari, consentendo alle minoranze interne o ai singoli parlamentari di votare contro il proprio partito o gruppo senza incorrere in sanzioni punitive. Per mestiere faccio il professore di filosofia e perciò ho un commercio quotidiano non solo con le idee ma anche e soprattutto con le parole e ho sempre guardato con simpatia a quel lapidario detto di un filosofo a me caro secondo il quale la chiarezza è la cortesia del filosofo. Il dibattito in corso sulle unioni civili distorce le parole e inquina la discussione: l’unione civile non solo non è un matrimonio tra omosessuali ma non è proprio matrimonio in generale, e la tanto contestata adozione del figliastro (odio l’inglese imparaticcio e dunque non uso l’espressione stepchild adoption) non è esclusiva per i gay. Si tratta di estendere una legge già in vigore dal 1983 che permette l’adozione del figlio del coniuge con il consenso del genitore biologico e il tutto avviene su disposizione del tribunale dei minori che giudica sulla capacità educativa, affettiva ed economica di coloro che richiedono l’adozione. Il timore che tutto ciò possa preludere alla legalizzazione della pratica dell’utero in affitto (ennesima prova di come la mercificazione possa raggiungere anche i territori più intimi e reconditi della vita) è un modo distorto per convincere milioni di italiani cattolici in buona fede della perversione di questa legge e perciò quel timore deve essere fugato non solo dal fatto che in Italia la surrogazione di maternità costituisce una pratica medica vietata, ma anche da una chiara volontà di dichiarare penalmente perseguibile chi volesse praticarla, anche ricorrendo alle costose cliniche estere.