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Boom dell’e-commerce occasione per il Sud

Opinionista: 

T ra il 2018 e il 2021 i valori dell’e-commerce targato Italia cresceranno del 375%. Il fatturato complessivo delle nostre imprese relativo alle vendite online è stimato per fine anno in circa 148 miliardi di euro. La previsione è di AJ-Com.Net, portale specializzato in campagne di comunicazione, web marketing e social media marketing. L’incremento vertiginoso dei ricavi è stato naturalmente indotto anche dalla pandemia. Se prima, a motivare gli acquisti tramite rete, erano la comodità, il prezzo spesso più contenuto, l’ampiezza dell’offerta rinvenibile, con il Covid si sono aggiunte la preoccupazione dei contatti fisici e le restrizioni imposte dalle autorità. In ogni caso, l’appetito vien mangiando, e molti dei consumatori acquirenti che si sono avvicinati al business digitale soltanto nell’ultimo anno e mezzo difficilmente torneranno indietro. Riprenderanno, certo, lo shopping fisico, ma senza rinunciare a quello virtuale. Non a caso, anche quest’anno, pur con il graduale allentamento delle misure di sicurezza varate dalle istituzioni per il contenimento della pandemia, i ricavi da e-commerce delle imprese italiane si incrementeranno di quasi il 40%. Si tratta di un dato che dovranno avere a riferimento le aziende del Sud, anche perché ne potrebbe scaturire per loro una grande occasione. Più si riducono le barriere, meno si avvertono le diseconomie determinate da deficit infrastrutturali, ad esempio quello delle linee di trasporto. Si riduce la stessa complessità delle relazioni tra gli operatori, con notevoli risparmi in termini di costo dei viaggi, oltre che di minore inquinamento. L’e-commerce per il Sud può essere anche la svolta giusta per aumentare il tasso di internazionalizzazione del suo sistema produttivo, da sempre inferiore nettamente a quello medio del Paese. Perché il risultato sia conseguito, occorrono soprattutto due elementi, concernenti essenzialmente la risorsa umana. Servono profili professionali qualificati, in grado di padroneggiare le nuove tecnologie e di non limitarsi a gestirle. Nel business del futuro spesso a vincere è chi fa la prima mossa, chi fornisce un servizio digitale in più rispetto agli standard acquisiti, la ‘chicca’ che fa valore aggiunto nei confronti della concorrenza. E serve, ovviamente, avere in organico professionisti in grado di dialogare con l’universo mondo, quindi di conoscere e parlare fluentemente (pensiamo alle call con fornitori o grandi committenti) almeno l’inglese. Chi si doterà di queste leve potrà vincere la sfida dei mercati.