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C’è la Milano da bere perciò ha vinto il Sud

Opinionista: 

Le guerre di campanile fanno parte della nostra natura, sono il sale della vita, come la rivalità pandoro-casatiello oppure Ranieri-Morandi della nostra giovinezza. Perché in qualche maniera ci danno un senso di appartenenza. E quindi ci sta anche il tifo da stadio per Ascierto contro Galli, mentre il Sud inorridisce per le vicende del Pio Albergo Buckenwald, che già se lo chiami Trivulzio ai meno giovani riporta alla memoria scenari di crolli e distruzioni epocali. E orgoglioso gonfia il petto perchè finalmente viene invidiato dal Nord. È la nemesi beffarda. E le regioni meno colpite sono il Molise, la Calabria, la Basilicata, la Sardegna. Un motivo ci sarà pure. Poche decine di decessi, ma questo è il prezzo che si paga al desiderio di far parte della globalizzazione. Ma i numeri e i dati bisogna leggerli senza pregiudizi e senza la insopprimibile tendenza a voler dividerci tra 'o sole mio e la mia bella madunina. Perché così pochi contagi in Sardegna? Forse non è soltanto merito della gente del Mezzogiorno. Forse, e sarà pure un paradosso, è perché al di qua del Garigliano siamo stati sempre un po' scamazzati dalla vita. Perché c'è una Milano da bere che non si ferma mai, ma non c'è una Nuoro da bere che non si ferma mai: anzi, al contrario, c'è una Nuoro che sorseggia il vermentino e resta immobile perché non ha davvero nulla da fare perché non ha le fabbriche e non ha il lavoro. Perchè Matera è fuori dalle grandi rotte economiche finanziarie produttive al contrario di Milano con la sua terrazza Martini e gli incontri di lavoro da Marchesi in Galleria dove col conto di una cena giù tra i Sassi ci mangia una famiglia per due mesi. Perché a Cosenza non c'è una Piazza Affari, ma al massimo una Piazza Affari Nostri. Perchè al Nord si muovono mille Mino Raiola, che in una settimana fanno cinque volte il giro del mondo e vai a capire a chi e a quanti stringono la mano. I contagi al Sud, pochi rispetto a quelli di Milano che ha numeri da New York, sono stati provocati da rientri di emigrati nostalgici e impauriti oppure da qualche viaggio al Nord di avvocati e aspiranti manager desiderosi di fare il salto di qualità. E così hanno infettato anche quei bevitori immobili di vermentino, disoccupati (ma felici) che vivono a Carbonia osservando i resti di un'industrializzazione fallita. Milano ha un volo quotidiano per Wuhan, a Isernia non sanno neppure che esiste una città che si chiama Wuhan. Perciò la peste si è sviluppata al Nord, perchè al Nord ci sono i soldi, il business, gli affari, i meeting internazionali e i cinesi che hanno i soldi veri, i cinesi mister Chan che fanno scalo a Malpensa. Al Sud arrivano quelli che aprono il ristorante Il dragone rosso, servono gli involtini primavera e dormono in quindici nel retrobottega per dieci anni come schiavi, in attesa del permesso di tornare in Cina a festeggiare un capodanno chissà tra quanti anni. E questo, naturalmente, prescinde dal giudizio sui molti errori gestionali commessi in Lombardia da Fontana e Gallera. In sintesi, il Sud si è salvato e ha vinto perchè storicamente ha le pezze al culo e muore di fame. Perchè il Sud è quel posto dimenticato che da settembre a luglio è sconosciuto a chi frequenta Piazza Affari. Non esiste, semplicemente. Come non esiste Pantelleria, che è stata soltanto sfiorata dalla peste. Lì è morta una donna pantesca (così si chiamano i residenti), che era la parrucchiera dell'isola. A gennaio era andata a Piacenza ad operarsi per un cancro. È ritornata ed è morta per questo virus preso al Nord. Fosse rimasta giù, nell'isola che non c'è da settembre a luglio, forse sarebbe ancora viva con il suo cancro.