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I have a dream: aridatece Tatarella

Opinionista: 

Qui non è questione di legge elettorale, ma di politica. È inutile girarci attorno. Proporzionale o no, l’Italia ha bisogno di discontinuità. Non dell’ennesimo Esecutivo egemonizzato dal Pd circondato dagli “utili idioti” di turno. Per questo il deragliamento apparente del patto sulla legge elettorale è una buona notizia, a patto che si apra uno spazio alla riflessione sulla necessità di costruire un largo campo di forze alternative alla sinistra e al grillismo. Domani si andrà alle urne in oltre mille Comuni. D’accordo, le Amministrative sono cosa ben diversa dalle Politiche. Tuttavia queste elezioni - come tutte le altre - un significato ce l’hanno di sicuro. In molte delle città più importanti al voto, le forze alternative alla sinistra si presentano unite. Vedremo se gli elettori premieranno questa scelta e se imporranno una battuta d’arresto a Grillo. Ciò che fin d’ora si può dire è che si tratta di un dato in netta controtendenza con quello nazionale, dove Berlusconi ha detto di non vedere «né le condizioni né l’utilità» di un listone di centrodestra. Una condanna per tutti coloro - e sono tuttora la maggioranza degli italiani - che negli ultimi 25 anni si sono riconosciuti nella «casa comune degli italiani non di sinistra». Parole e musica di Pinuccio Tatarella, il grande leader della destra, ma soprattutto l’architetto visionario del centrodestra. Mai come nel suo caso il detto che i cimiteri abbondano di persone indispensabili perde quell’ironia che da sempre lo accompagna. È stato lui, tra i costruttori del bipolarismo italiano, a spiegare una volta per tutte che «destra e sinistra sono alternative, rappresentano valori alternativi. Il centro non è un valore, è una zattera, è un traghetto che va dalla riva destra a quella sinistra: ospita passeggeri quando una delle due rive è debole, rimane senza passeggeri quando tutte e due le rive sono forti». Capito? Checché ne dicano i mestatori, destra e sinistra esistono eccome. Rinnovate, modificate, indebolite, in qualche caso trasfigurate. Ma sono ancora lì, ad individuare valori e visioni pre-politiche che restano valide. È evidente, allora, che la questione riguarda solo marginalmente la legge elettorale. Certo, una riforma che incoraggiasse le aggregazioni sarebbe importante e faciliterebbe questo cammino, ma anche col proporzionale, se le forze alternative alla sinistra ritrovassero le ragioni dell’unità perduta avrebbero serie chance di vittoria. Se non si vuol fare un listone, che almeno i partiti del centrodestra dichiarino prima del voto qual è il programma comune a cui si ispirano e in che modo intendono realizzarlo. Con un Pd diviso, indebolito e reso da Renzi non alleabile alla sua sinistra, e un M5S deciso a coltivare il suo splendido isolamento, un blocco di centrodestra con un programma di governo responsabile, concreto e credibile potrebbe cambiare il quadro politico, catalizzando i consensi di chi è alla ricerca di una soluzione di governabilità. Si aprirebbe la strada a una grossa sorpresa elettorale. Chi coltivasse dubbi, chi cercasse una bussola, può seguire l’esempio e soprattutto le idee e gli insegnamenti di Pinuccio Tatarella. Dal suo pensiero e dalle sue azioni si deve ripartire per provare a costruire un centrodestra rinnovato e coeso, in grado di rappresentare una reale alternativa di governo al renzismo parolaio e al velleitarismo grillino, due facce della stessa medaglia che si reggono a vicenda. Allo stato restano insondabili le ragioni che impediscono un tale sbocco. Eppure, argomenti sui quali costruire la nuova alleanza, come più volte illustrato su queste colonne, ce ne sono a iosa. Legge elettorale o no, il voto è dietro l’angolo. Anzi, dietro l’ombrellone. Di tempo ne è rimasto poco. Occorre muoversi. Solo così il centrodestra potrà tornare ad incrociare la maggioranza degli elettori. E provare a tirare l'Italia fuori dalla crisi.