Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

I problemi generazionali della sfida al Quirinale

Opinionista: 

Qualcuno vorrebbe presidiare lo spazio dei ricordi. In molti hanno provato a rintracciare il filo dell’antica ragnatela democristiana. Tra Casini candidato al Colle, Guerini che scompigliava le carte, Lupi che faceva da pontiere, Rotondi che leggeva il pensiero del Cavaliere, Mastella inseguito da legioni di cronisti, come ai vecchi tempi, lo scudocrociato sembrava tornato prepotentemente a galla. Ma è una mezza verità. La politica italiana, mai come oggi, al di qualsiasi ideologia, soffre soprattutto di un problema generazionale. Quali sono, in effetti, i nomi emersi per la Presidenza della Repubblica ? Mattarella ha oltre 80 anni. Sulla carta, ne ha sette davanti. Per cortesia istituzionale, nessuno si chiede quando realmente finirà il suo mandato. Per ora, si potrebbe tranquillamente arrivare a 87. Nessun problema se si pensa che il suo predecessore al Quirinale, Giorgio Napolitano, ha toccato, in carica, la soglia dei 90. Qualche altra indicazione ? Inizialmente, Berlusconi, 85 anni, poi Giuliano Amato, oltre 83 anni, Sabino Cassese, 86 anni, Marcello Pera 79 anni, Carlo Nordio 74 anni, Letizia Moratti 72. La stessa Casellati, l’unico candidato offerto al falò dell’Aula, ha 75 anni. Per non parlare di Draghi, l’altro vertice istituzionale, fermo anche lui a 74 anni. Sì, d’accordo, il Presidente della Repubblica deve essere un politico navigato, un uomo di larga esperienza, una figura autorevole ma pensare che il più giovane della compagnia fosse Pierferdinando Casini, avviato verso i 67 anni, vale molto di più di una semplice sentenza. Tanto più che i giovani in campo (Salvini, 48 anni, la Meloni 45 anni, Speranza 43 anni, Fratojanni, 49 anni) sembrano ancora incapaci di recidere l’antico cordone ombelicale che li lega al passato, favorendo la transizione di una nuova classe dirigente. Attenzione, è un problema che, per molti versi, riguarda tutti i settori, non solo la politica. L’Italia resta un Paese dove molte leve del potere restano ancora in mano alla terza età. E, purtroppo, in controluce, è un dato in negativo. Gli interessi, ora, si concentreranno tutti sulla legge elettorale. Il ritorno al proporzionale è nell’aria e questo rischia di acuire lo scontro politico dentro e fuori dal Governo con le relative pillole di ingovernabilità. Saranno sette mesi difficili. Tutto resta in movimento, la ricostruzione del centrodestra, quella del Grande Centro, le diatribe interne ai 5 Stelle. Ma sono capitoli che sfoglieremo nelle prossime settimane.