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Il cavallo che manca al ministro Boccia

Opinionista: 

I casi Jabil, Whirlpool, Ilva preesistono al Covid ma dimostrano che, quando parliamo di emergenza economica e sociale del Paese, invece che di quella sanitaria, in primo piano spunta il Mezzogiorno. C’è qualcuno che tarda a capirlo. Anche tra i rappresentanti originari del Meridione. Penso al ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia, che, pur di apparire “neutrale”, critica i governatori meridionali rivendicanti il sacrosanto diritto delle loro terre a beneficiare delle agevolazioni previste per le zone rosse della pandemia. Boccia ha affermato che non si può paragonare il dramma vissuto dalle aree del Lodigiano e del Bergamasco a situazioni diverse per entità dei contagi e numero delle vittime. Qualcuno avrebbe dovuto suggerirgli, prima di rilasciare quella dichiarazione, che è inconfrontabile anche il livello di ricchezza fra i territori in questione. Ricordargli che per decenni qualsiasi provvedimento economico in favore del Mezzogiorno ha dovuto essere mercanteggiato con esponenti politici rappresentanti (legittimamente, sia chiaro!) gli interessi di altre aree del Paese. Al Sud c’è una tendenza a “fare i signori”, a mostrarsi cavalieri senza avere il cavallo, a mettere “in prima pagina” i nostri difetti e sorvolare magnanimamente su quelli altrui.Nessuno nega le provvidenze per Codogno! Ma non si capisce perché non si possano destinare risorse anche ad Ariano Irpino. E, soprattutto, non si comprende il parallelismo che si vorrebbe fare tra bilancio delle perdite umane e danno economico. Non vorrei si prendesse troppo alla lettera il Governatore della Campania, Vincenzo De Luca, quando invita i cittadini della regione a non recarsi più a settentrione per farsi curare, peggiorando così il saldo sanitario locale a vantaggio del Nord. Che il sistema sanitario campano abbia tenuto, anche con il concorso di tempestive decisioni della Giunta, non significa che sia strutturato come quello della Lombardia. La strage lombarda avrebbe potuto essere ancora più grave se in quella regione non fosse stata presente una struttura molto efficiente, per dotazione di personale medico sanitario e attrezzature ospedaliere. Ed è da qui che devono partire i vari Boccia per riconsiderare il loro approccio condiscendente verso gli appetiti nordisti. È a Sud che manca la sanità, è a Sud che scarseggiano le imprese. Le risorse aggiuntive generate dall’emergenza devono dunque privilegiare lo sbocco meridionale. Fare il contrario aggraverà i divari e precipiterà l’intero Paese nella catastrofe da default finanziario.