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Il Covid un anno fa, quando tre decessi ci terrorizzavano

Opinionista: 

Anniversari. In questi giorni è un anno esatto. Riassunto molto sintetico della prima puntata (febbraio 2020- febbraio 2021): in una zona del Nord Italia, in un paese che nessuno conosceva, Codogno, viene ricoverato un 38enne con una strana bronchite. Dopo qualche giorno a Padova c'è la prima vittima. È una polmonite come tante, l'uomo era anziano. No, è un virus. Ma non c'è da allarmarsi. Forse è il caso di preoccuparsi. Prima analisi della pandemia: questi cazzo di cinesi. E poi in tv i camion militari di Bergamo e Brescia pieni di morti che non si sa dove cremare, poi vi facciamo sapere dove venire a ritirare l'urna, e poi ogni sera Galli e i virologi a cena da noi, e quel simpaticone di Arcuri che ci comunicava i morti di giornata con la voce annoiata e la necessità di comprare mascherine e respiratori, e altre mascherine e altri respiratori. Intanto per sicurezza restate a casa e cantate l'inno di Mameli. E i vaccini? Stanno arrivando, intanto costruiamo i tendoni per vaccinare e compriamo qualche miliardo di banchi con le rotelline per la scuola. Ma forse è meglio che le scuole rimangano chiuse. Come i negozi, come i bar e come i ristoranti. Come i parrucchieri per uomo e signora, e questo sì che è un problema perché viene meno l'esigenza di trasgressione camuffata da barba e messa in piega. E poi Renzi si piglia il pallone e non vuole giocare più. E finisce l'era Conte e tutti i partiti si innamorano di Draghi, anche Salvini e Grillo, perché lo sappiamo perché. E tutti fanno l'ammucchiata di governo e pensi che era stato fatto tutto soltanto per liberarsi di Azzolina e Fofò Bonafede. E Draghi come prima mossa caccia via Arcuri perché, direbbe Eduardo, ha odorato il fieto del miccio. Ma, senza offesa, la puzza di bruciato l'avevamo sentita tutti. È ora siamo a marzo 2021, è passato un anno e si avvicinano Pasqua e la primavera. Ma siamo al punto di partenza, con qualche decina di virologi in più e un po' di familiari in meno. Allora scendo un momento giù in cantinola. Vado a cercare l'elmo di Scipio che avevo rimesso a posto perché pensavo che non mi sarebbe più servito. Sarà tra le sedie scassate che non si buttano mai perché non si può mai sapere e tra i 24 volumi di una enciclopedia piena di polvere che nessuno aprirà mai più e che mostrerò forse ai figli dei miei figli, se sarò ancora vivo, per spiegare come facevamo quando non c'era Google. Vado a rimettere l'elmo in testa perché è passato giusto un anno, era il marzo 2020 e in quelle prime serate di pandemia sconosciuta ascoltavamo terrorizzati al telegiornale Brusaferro e Galli che all'ora di cena ci comunicavano il decesso di tre pazienti nell'ospedale di Bergamo e noi avevamo la netta sensazione che la fine del mondo fosse imminente. E oggi "soltanto" 400 morti al giorno non ci spaventano più, insieme non ce l'abbiamo fatta perché la solidarietà non ci appartiene tranne che a Natale, i mariuoli ne hanno approfittato e sono diventati più mariuoli, Casalino adesso va in tv ogni giorno a raccontare la sua infanzia infelice dopo che per due anni ha guardato schifato tutti gli esseri umani dall'alto del suo m.1,90 di inutilità fastidiosa, gli over 65 saranno vaccinati con AstraGeneca che è un vaccino pezzotto che forse è efficace e forse no, nel Pd litigano per le quote rosa e intanto controllano se i 5 stelle gli fanno l'imboscata, Zingaretti che fino a ieri era vissuto su Marte dice basta voi pensate solo alle poltrone, le pensioni sono diminuite ma nessuno si è lamentato. E in tutta questa confusione forse qualcuno si è anche fottuto l'ombrello che stava sul pianerottolo della cantinola.