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Il pensiero di Montanelli e la Repubblica italiana

Opinionista: 

Il 2 giugno abbiamo ricordato e festeggiato i 75 anni della Repubblica italiana. È un evento importantissimo per la storia del nostro Paese, non solo per la nascita della Repubblica, ma anche per altri due motivi fondamentali. Innanzitutto perché per la prima volta votarono le donne - ciò fu previsto con un decreto legislativo luogotenenziale, la n. 23 del 2 febbraio 1945 ed in tal modo fu riconosciuto il suffragio universale – ed in secondo luogo perché fu votata e scelta dal popolo italiano anche l’Assemblea Costituente che elaborò ed approvò l’attuale Costituzione repubblicana. Storicamente è fondamentale ricordare che il referendum istituzionale fu reso necessario dal fatto che, durante il secondo conflitto mondiale, venne meno il potere del monarca a causa della divisione del territorio nazionale in due zone distinte e sottratti per motivi diversi alla regia potestas. A causa della delegittimazione del potere regio i partiti italiani si affermarono come nuovi soggetti politici, tutti uniti nel Comitato di Liberazione Nazionale. Ci fu un accordo tra la Corona ed il predetto Comitato di Liberazione Nazionale il quale stabiliva che alla fine della guerra si sarebbe dovuto risolvere il problema della forma istituzionale dello Stato. Inoltre si rendeva imprescindibile anche nominare un’Assemblea Costituente al fine di redigere un nuovo testo costituzionale che rispondesse alle nuove esigenze sociali e politiche dell’epoca contemporanea. Tale accordo fu, poi, recepito dal decreto legge luogotenenziale n. 151 del 25 giugno 1944. Dal punto di vista politicogiuridico, la vittoria della repubblica e la nomina della citata Assemblea Costituente ha fatto sì che si superasse la forma di Stato liberale, i cui valori erano quelli propri dello Statuto albertino, per giungere ad una nuova forma di Stato, quella democratico – sociale la cui funzione non era più quella di arbitro imparziale ma di vero e proprio “interventore” nella vita economica e sociale di tutti i cittadini. A tal proposito è interessante analizzare quanto descritto da Indro Montanelli nelle sue opere, in particolare nella sua “Italia del Novecento”, scritta con il collega e amico Mario Cervi, da cui possono evincersi numerosi spunti di riflessione sulle vicende politico-istituzionali che hanno caratterizzato la storia del nostro Paese nel XX Secolo. Perché, a distanza di alcuni decenni, è importante rileggere Montanelli? Perché la sua visione è coerente con i fatti storici, rendendo giustizia agli eventi così come si sono realmente verificati. Infatti Montanelli, in alcune interviste, pur non rinnegando la Repubblica italiana e i suoi valori affermati nella nostra Carta costituzionale, ha più volte dichiarato di aver votato la Monarchia. E perché proprio la Monarchia? Perché, per Montanelli, l’Italia fu davvero unita solo grazie ai Savoia. Egli sosteneva, infatti, che, per secoli, il territorio italiano era stato legato solo culturalmente e grazie all’intervento dei Savoia e dell’intera classe politica piemontese – basti citare, tra i tanti esponenti, Cavour – la nostra Penisola si poté definire veramente “unita”. La riflessione in tal senso è molto importante in quanto, nonostante i numerosi e conosciuti errori di Vittorio Emanuele III, Real Casa Savoia ha rappresentato un tassello di notevole rilevanza per la nostra unità politica nazionale e, pertanto, non può essere rinnegata, ma compresa attraverso tutti gli aspetti critici che la storia ci ha insegnato, contestualizzando il tutto nello specifico momento storico. Ed è inutile ribadirlo, l’eredità culturale di Indro Montanelli è di notevole rilevanza e non può essere dimenticata.