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La banda della Pignasecca e quella di Erdogan

Opinionista: 

Cari amici lettori, smettiamo per questa settimana di occuparci dell’epidemico Coronavirus, che dilaga, come dimostrano i numeri, nonostante la parola d’ordine imponga di minimizzare. La cronaca, però, ci offre due argomenti di grande attualità, uno che ci tocca molto da vicino e un altro che, pur lontano, desta molta preoccupazione. Quello vicino è il complesso fatto di cronaca che comincia a Santa Lucia, con un seguito alla Pignasecca e la conclusione a piazza Carità. Il tentativo di rapina attuato da due minori in danno del carabiniere che era in macchina con la fidanzata si è concluso con la morte del quindicenne, la violenza di una folla ha devastato il pronto soccorso dell’ospedale dei Pellegrini e, infine, c'è stata la “stesa” dei due giovani in motocicletta che hanno sparato quattro colpi di pistola contro l’edificio del Comando dei carabinieri. Tutta la vicenda esprime una sfacciata arroganza della criminalità organizzata, giunta a livelli mai toccati in precedenza. Quali ne sono le cause? Una delle prime risiede certamente nel sistema mediatico. Al di là dell’eccessiva violenza agevolmente ravvisabile un po’ dappertutto, dai film ai telefilm alle trasmissioni televisive ai videogiochi, ci sono le serie ispirate all’intoccabile Saviano che, nonostante le scorte assegnategli, rischia di restare nella storia della letteratura come il vate della camorra. Ma, oltre alla diffusa istigazione a delinquere, ci sono tante cose che non vanno: vi sembra accettabile tutto lo spazio televisivo concesso al padre del ragazzo? Comprendo il dolore di quell’uomo, che a suo dire già da quattordici anni non finisce in galera, ma chieda a se stesso, in primo luogo, perché non ha insegnato al figlio che i soldi per andare in discoteca non si trovano girando per la città a rapinare la gente! Un’altra è certamente il sistema giudiziario. Da un lato si registra un accanimento contro gli imputati, spesso a casaccio, di reati finanziari e associativi, dall’altro c’è un incredibile lassismo per i reati contro la persona e il patrimonio. Ai miei tempi, non era immaginabile che un rapinatore recidivo tornasse in libertà poco dopo l’arresto o che, dopo la condanna definitiva, potesse fruire di licenze e così riprendere, sia pure per breve tempo, la sua attività professionale! Le cose vanno ancor peggio nel settore dei minorenni, la cui maturazione criminale è molto anticipata rispetto al passato. I tredicenni non sono imputabili, ma formano orai sistematicamente le cosiddette babygang: affidarli alle famiglie, se queste sono in odore di camorra o comunque afflitte da cospicui precedenti criminali, non ha alcun senso. Occorrono, invece, misure di sicurezza detentive. I minori imputabili, dai quattordici ai diciotto anni, sono ormai criminali maturi: si comportano da adulti e come tali vanno trattati. Le falle di un sistema preventivo e punitivo creato per una società che più non esiste si somma al buonismo pressappochista che nemmeno più applica le norme esistenti. Non va trascurata un’altra causa non meno grave: la caduta dell’autorità. Spettava alla famiglia e alla scuola educare i minori, cosa che oggi non è più concepibile, poiché per i buonisti il minore maleducato ha sempre ragione, sia che entri in conflitto con i genitori, sia che lo faccia con i docenti. Un atteggiamento, questo, che la magistratura adotta anche nei confronti delle forze dell’ordine, perseguitate persino quando non hanno sbagliato. Vi sembra ragionevole che il carabiniere sia indagato per omicidio volontario? A me sembra pura follia e non perché iostoconicarabinieri, ma perché si tratta di un’imputazione assolutamente inconciliabile con il diritto. Non ho spazio, in questa sede, per affrontare le altre radici di questa situazione, come, ad esempio, le mancette del reddito di cittadinanza in luogo della creazione di posti di lavoro. Non posso, però, tacere che devastazione e stesa sono fenomeni di vera e proprio criminalità organizzata, di gruppi che muovono guerra all’autorità costituita. Passiamo ora all’altro argomento, quello, per ora, lontano. Erdogan, non sazio dei sei miliardi annui donatigli dalla Merkel (e io pago!), ha scatenato migliaia di migranti contro le frontiere greca e bulgara. Non sono siriani, ma in maggioranza di altri paesi islamici. Erdogan, del resto, non ha mai nascosto di voler fare quello che ai sultani veri non riuscì: conquistare l’Europa.  Gli può riuscire, perché la Merkel non assomiglia a Isabella di Castiglia, Francesco non è Pio V, la Merkel non ha un figlio illegittimo in gamba come don Giovanni d’Austria, la Chiesa non produce più santi come Marco d’Aviano e l’Europa delle banche non ha condottieri come Giovanni Sobieski. L’arrivo dei migranti, quando non sono accolti a braccia aperte come nell’Italia di Conte bis, è violento, in Tracia come già da anni a Ceuta e Melilla. Non è immigrazione ma conquista. Isolani greci e nuovi arrivati sono ormai ai ferri corti, i musulmani francesi pretendono uno stato nello Stato. Chi ci salverà? Nostradamus parla di un principe francese, ma è più che certo che non si tratta di Macron. Dobbiamo invocare Dio perché ci mandi un generale simile a Giosuè? Qualcuno dei potenti e potentucci incollati agli alti e ben remunerati seggi dovrebbe cominciare a chiedersi perché cresce ogni giorno il numero di quelli che sognano la dittatura, rossa, nera o di qualsiasi altro colore. La gente vuole sicurezza, ma questa parola non compare nel dizionario del “politicamente corretto”.