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La cafonata di Erdogan e la vigilessa del Vasto

Opinionista: 

Cari amici lettori, oggi parliamo seriamente delle donne che, se me lo consentite, non sono uguali a noi uomini ma diverse e, sotto molti aspetti, migliori. Due sono gli episodi che mi hanno spinto su questo argomento. Il primo ben lo conoscete, poiché ha imperversato sui media: l’oltraggiosa cafonata dal sultano Erdogan nei confronti di Ursula, la signora tedesca che rappresenta l’Unione Europea. Tutto è stato già detto, dalla figura di m… degli altri presenti alla scena al confronto fra Ursula e quella Oriana Fallaci, invisa alla sinistra globalista perché amava la verità, la quale non si lasciò umiliare da un ayatollah. Io vorrei soffermarmi solo su un punto: le dichiarazioni di Draghi, il quale, definendo Erdogan un dittatore, ha suscitato le ire diplomatiche della Turchia. Cerchiamo di essere seri: se non è un dittatore, cosa diavolo è Erdogan? Un sultano? Un califfo? In verità, mi sembra che Draghi si sia mantenuto basso, tanto più avendo chiarito che non possiamo sbarazzarci di lui. Perciò mi mandano in bestia tutti quelli che si sono permessi di criticarlo. Prima di arrivare alle conclusioni, è necessario però affrontare il secondo argomento, meno divulgato dai media, ma eccezionalmente grave perché vicinissimo a noi. “Femmina, non puoi tenermi prigioniero, ti taglierò la testa”. Così un immigrato islamico di colore, uno di quelli che spadroneggiano al Vasto, ha detto alla vigilessa Adelaide Dario. Costei è nel mirino del clan straniero: insultata, minacciata, ha rivelato che non esce di casa quando è buio. “Se volete saperlo, qui al Vasto nessuna ragazza esce da sola – ha detto – Nessuna di noi può dimenticare la violenza subita dall’infermiera nel parcheggio dei bus alla stazione”. Commento? C’è anche a Napoli, come a Parigi, a Bruxelles e in altre città europee, un quartiere che non ci appartiene più, che ubbidisce solo all’autorità e alla mafia islamica, non all’Italia e all’Europa. Mi pare che basti. I due episodi sono espressioni di uno stesso problema. Il dittatore turco e il delinquente migrato credono in Allah e applicano il Corano, sura IV “della donne”, che stabilisce: “Gli uomini sono superiori alle donne”. E più avanti: “Quelle di cui temerete la disubbidienza, ammonitele, mettetele in letti a parte e battetele”. Qualcuno può spiegarmi allora perché la sinistra globalista, che si riempie la bocca di diritti delle donne e ci gioca, come Letta che ha cambiato i presidenti dei gruppi parlamentari dem per collocarvi personaggi di sesso femminile, amano tanto i migranti e l’Islam? Renzi, che passa per un moderato, ha fatto pappa e ciccia a Riad con il principe che sembra abbia fatto ammazzare il giornalista nell’ambasciata saudita a Istambul. L’indignazione della Murgia e di altre femministe come lei non è pervenuta. Solo la Boldrini è scusata perché in malattia. Rinnegato quel poco di buono che Salvini aveva fatto, i rossi fanno sbarcare decine di migliaia di islamici che, a differenza degli italiani, fanno il loro porco comodo e sono liberi anche dai limiti imposti per il covid. Nessun elicottero li cerca come fece con il vecchietto nostrano che prendeva il sole sullo scoglio! Rinnegando quattordici secoli di guerre per difendere l’Europa dall’Islam, i traditori globalisti vogliono far scomparire la nostra religione, la nostra lingua, il nostro diritto, i nostri costumi, la nostra identità. Per ottenere cosa? Che l’Italia diventi come la Libia, la Somalia, la Nigeria, la Siria? Hanno dimenticato la strage di Otranto, il martirio di Marcantonio Bragadin, i migranti cristiani affogati, durante la traversata, dai compagni musulmani? Leggete l’appello della vigilessa minacciata: “Noi vorremmo semplicemente riuscire ad avere una vita normale. Senza avere paura di essere aggrediti quando scendiamo dal palazzo, senza temere di finire in mezzo a una rissa o a un regolamento di conti a coltellate, senza sentire costantemente la puzza di pipì o degli escrementi che vengono lasciati davanti ai nostri portoni.” Questo non lo ricopio da un giornale di Salvini o di Casa Pound, ma dalla pagina 28 de “Il Mattino” di ieri (articolo di Paolo Barbuto). Voglio concludere segnalando che in Italia si fa un gran parlare di lotta alla mafia. Perché allora la mafia nigeriana opera indisturbata? Presente dappertutto, si è ormai impadronita del litorale domizio. Sono il solo a saperlo?