Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

La lotta al fenomeno dei parcheggiatori abusivi

Opinionista: 

La legalità nel nostro territorio, messa sempre più a dura prova dall’incalzante attività delle organizzazioni malavitose e non, non può prescindere, in via breve, dall’intensificazione dei controlli su strada, benché non si tratti di un rimedio esaustivo. Lo Stato e gli organi di governo locale, in altri termini, devono impegnarsi di più per affermare la loro presenza ed autorità, al fine di non perdere di credibilità nei confronti della collettività da tutelare, costituita in prevalenza da persone rispettose delle leggi. È questo zoccolo duro di onesti e virtuosi cittadini che bisogna difendere, affinché si prenda coscienza che, al di fuori del diritto, non ci sono valide e salvifiche alternative di vita. L’azione intrapresa dall’amministrazione comunale e dalle forze dell’ordine di contrastare il fenomeno dei parcheggiatori abusivi, con controlli a tappeto in tutta la città, è un segnale positivo che va nella direzione auspicata. Non è certo sufficiente per debellare questa piaga, ma il presidio costante del territorio è indice di vitalità di una comunità che non vuole cedere all’antistato. L’abusivismo della sosta, infatti, ha perso negli anni i connotati di attività illecita intrapresa singolarmente per sbarcare il lunario, per trasformarsi, invece, in un vero e proprio business allestito dalla criminalità organizzata che si avvale di un folto stuolo di bisognosi, spesso anche pregiudicati. L’operato di costoro, purtroppo, molte volte si svolge grazie alla tolleranza e compiacenza degli stessi automobilisti per i quali gli abusivi rappresentano un vero e proprio toccasana contro un male endemico di questa città: la penuria di parcheggi. Peccato, però, che sfuggano ai più le conseguenze di questa improvvida complicità: affidarsi alle “cure” del posteggiatore non autorizzato, infatti, significa, nella stragrande maggioranza dei casi, sostare in zone vietate con gravi disagi per la circolazione. In pratica, si risolve illegittimamente un’esigenza personale – quella del posto auto – a tutto scapito della viabilità e dei trasporti, stravolgendo, così, le stesse prescrizioni del Codice della strada secondo cui la carreggiata deve essere destinata alla circolazione e non alla sosta dei veicoli, peggio ancora se abusiva. In molte altre circostanze, invece, la presenza di questi “figuri” è mal sopportata dagli automobilisti che li vedono come dei taglieggiatori pronti ad estorcere, anche a mezzo minacce nemmeno tanto velate, un “obolo” per un pseudo servizio non richiesto e, peraltro, pure costoso. Nei luoghi della movida notturna o in occasione di eventi di grande richiamo come le partite di calcio o un concerto, per esempio, si pretendono dagli automobilisti addirittura 5 euro e più per la sosta, per giunta in zona vietata, con il rischio, così, di essere anche multati. Il paradosso si raggiunge, poi, all’interno delle aree autorizzate (strisce blu) dove, oltre a pagare il regolare tagliando, si è costretti, frequentemente, a riconoscere un “surplus”, all’abusivo di turno, per restare tranquilli. Indubbiamente si tratta di episodi che andrebbero denunciati: ma ne vale la pena per pochi euro, tanto più che il reato di estorsione, in questi casi, è difficilmente dimostrabile? Purtroppo, le lacune legislative non aiutano a contrastare il fenomeno: le somme incassate “scompaiono” e, pertanto, non possono essere sequestrate, nell’ultima movida trovati solo 57 euro, mentre le sanzioni pecuniarie, sebbene consistenti, di fatto risultano inesigibili essendo comminate a nullatenenti. Ne consegue che gli abusivi ritornano indisturbati ad operare nei soliti posti, mentre il Comune si ritrova iscritte le somme dei verbali elevati nei residui attivi, maggiorate dalle spese sostenute per dar corso all’iter burocratico obbligatorio previsto per il decorso della sanzione stessa. Su questi aspetti sta lavorando la Commissione giuridica dell’Aci Napoli per presentare le opportune modifiche legislative in Parlamento dove, peraltro, già pendono anche altre proposte in merito. Nel frattempo, però, il fenomeno può e deve, comunque, essere arginato con gli altri strumenti prescritti dal Codice della Strada come la rimozione delle auto in divieto di sosta che intralciano la circolazione. Solo con questo sistema, infatti, si può stroncare quel legame di complicità che lega l’automobilista all’abusivo: non trovando più il proprio veicolo, la prossima volta difficilmente ricorrerà a questi espedienti. Purtroppo, da più di un quarto di secolo tale servizio nel Comune di Napoli è inconsistente e ciò inficia notevolmente il lodevole lavoro dei vigili impegnati nei controlli su strada. Le numerose Amministrazioni succedutesi nel tempo non sono mai riuscite a farlo decollare e la piaga della sosta selvaggia e degli abusivi continua a proliferare. Certo, la soluzione del problema è a monte con la realizzazione di un’offerta di sosta regolamentata e congrua con una domanda proveniente da un bacino d’utenza di circa 1.700.000 veicoli, tale da non fornire più alcun alibi persino ai più scorretti utenti della strada. Ma, ahinoi, anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una tara storica della nostra città, difficile da sanare in tempi brevi.