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La paura si è trasformata in rabbia e stanchezza

Opinionista: 

Gentile Direttore, Giacomo Papi, egregio scrittore e giornalista, fa un’attenta analisi della situazione umana e sociale ad un anno dallo scoppio della pandemia da Covid-19. “L’impressione - dice - dopo un anno, è come succede nel gioco del Monopoli, quando, senza passare dal via si va “in prigione”, e, quindi si ricomincia da capo. È un’immagine icastica, quella rappresentata da Papi, che ben fa comprendere la condizione in cui oggi si ritrova tutta l’umanità. Solo che un anno fa, vedendo scorrere i camion militari con le bare, con l’avvento anche di nuove “star” televisive, tipo scienziati, virologi, immunologi, chirurghi, pneumologi e via dicendo, eravamo in una “pandemia da paura”, ed alla disperata ricerca della “salvifica” e introvabile mascherina e del costosissimo “gel” disinfettante per le mani, venduto a prezzi esorbitanti, quando nessuno ci diceva che bastava un po' di candeggina diluita in acqua, forse più efficace, per una buona toilette dei nostri arti. Oggi si parla di “varianti“ al virus, che, pur non essendo, come tutti i virus, un essere vivente, tuttavia ha trovato una diversa via per rendere attiva la sua “mission”: quella di essere un parassita obbligato, perché si replica esclusivamente all’interno delle cellule. Questa variazione, ci viene detto, ha reso il Covid più aggressivo e trasmissibile. Ad un anno di distanza, dunque, abbiamo capito che l’illusione estiva che questo dannato Coronavirus fosse scomparso, come succede con il ciclico virus influenzale caratteristico della stagione invernale era, appunto, solo un’illusione. Invece, come dicevo, il “mostro” si è ripresentato sotto forme più aggressive, e la nostra paura di un anno fa si è trasformata in rabbia e stanchezza. L’epidemia ha fatto da lente di ingrandimento, mostrando tutta comunque contemporaneamente la nostra grandezza, in uno anche alla nostra meschinità. Abbiamo visto immagini indelebili di persone che rischiavano la propria vita per altri, come è successo soprattutto nelle strutture sanitarie, e persone che dalla pandemia hanno cercato solo il guadagno facile, insensibili persino alla morte (degli altri, s’intende!). Abbiamo creato una barriera tra giovani ed anziani, già politicamente in atto, facendo credere ai primi che la sola fresca età fosse una patente di immunità, tanto da far pensare ad alcuni, appartenenti ancora al ceppo dell’”Uomo di Neanderthal”, di procedere all’”immunità di gregge”, non dando assistenza agli anziani e lasciarli morire. Abbiamo scoperto, però, anche quanto può l’intelligenza umana, che ha operato un autentico “miracolo”: quello di produrre vaccini contro il nemico Virus nel tempo di nemmeno un anno. Alla paura ed alla rassegnazione, allora, abbiamo sostituito la speranza (questa è sempre l’ultima a morire!): ognuno di noi sta aspettando che all’orizzonte appaia il proprio nome con la data per vaccinarsi, senza meschine ed egoistiche “scappatoie” che pure abbiamo dovuto vedere, orgogliosi, però, di avere un Capo di Stato 80enne rigorosamente in fila aspettando il suo turno per vaccinarsi. Abbiamo, finalmente!, anche scoperto il ruolo importante delle Forze Armate, chiamando a dirigere e coordinare la cabina di regia della vaccinazione in tutta Italia un alto grado dell’Esercito (generale di Corpo d’Armata), riconoscendo in lui le qualità logistiche ed organizzative mostrate già in altri scenari internazionali. In Italia fino a poco tempo fa una certa cultura estremistica di sinistra considerava i militari un “covo “ di guerrafondai, per giunta anche restii a confrontarsi con il mondo esterno alle caserme. Ci sono voluti gli eventi catastrofici, come i terremoti, le inondazioni, questa pandemia, per scoprire il ruolo di alta professionalità e preparazione che sono caratteristica fondamentale di chi intraprende la carriera militare. Gli Stati Uniti, dove ci sono stati più morti che altrove per una sottovalutazione della pandemia, oggi sono all’avanguardia per le vaccinazioni e stanno per raggiungere il traguardo dell’immunità di gregge, addirittura prima dell’estate, grazie alle massicce vaccinazioni in atto; sono riusciti a tanto non per la forza economica o per avere a casa propria la maggior parte delle case farmaceutiche che producono il vaccino. Hanno fatto sinora più di 60 milioni di vaccinazioni, perché hanno impegnato tutta la capacità logistica, operativa, professionale delle Forze Armate. Nella nostra “vecchia” e malandata Europa, e in Italia specialmente, siamo, ahimè, ancora troppo indietro. Riponiamo tante speranze nel piglio decisionista del presidente Draghi. Se usciremo fuori da questa tragedia, non si dimentichi, comunque, cosa essa ci ha “consegnato”: non siamo invincibili conquistatori della terra e del cosmo, né “terminator”, né robot. Siamo semplicemente “esseri umani”, evoluti nei millenni per selezione naturale. Se continuiamo a “fregarcene” ed a “sfottere” la Natura (animale e vegetale), con inquinamenti di tutti i tipi e distruzione indiscriminata della flora e fauna che Dio ci ha dato per goderle e non annientarle, ricordiamoci per sempre che un microscopico virus non vivente stava mettendo fine alla storia stessa dell’Umanità. 

*Generale Corpo Commissariato Aeronautica Militare – Docente Universitario di Diritto Amministrativo