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L’aria che si respira è davvero melmosa

Opinionista: 

Nel mondo politico tiene banco la riforma elettorale e la data delle elezioni. Con tutte le fibrillazioni che girano attorno a questi appuntamenti, di cui anche ai destini personali di tanti. Ma il punto non è questo, bensì il clima, gli atteggiamenti, i rancori, le speranze: molto riguarda le persone, davvero poco lo Stato, l’Italia, il destino delle giovani generazioni soprattutto. L’aria che si respira è melmosa: tutti ansiosi, da Renzi a Grillo, da Salvini al Cavaliere, da D’Alema a Pisapia, di andare incontro al proprio destino. Al più presto possibile. Qualunque esso sia: non c’è spazio per le attese responsabili, per i ragionamenti prudenti, per uno straccio di programma credibile. Così, ancora una volta, ci sovviene Papa Francesco, che ai lavoratori dell’Ilva di Cornigliano a Genova, ha citato l’articolo 1 della nostra Costituzione – L’Italia è una Repubblica fondata sul Lavoro - : “l’obbiettivo da raggiungere non è il reddito per tutti, ma il lavoro per tutti”. Se qualcuno lo ascoltasse…. Devo dire che anche le sue parole sul merito, che mi fanno venire alla memoria il fascinoso convegno a Rimini, agli inizi degli anni 80, voluto da Claudio Martelli, quello sui meriti ed i bisogni, suscitano riflessioni profonde: “… (la meritocrazia) è una bella parola, ma sta diventando una legittimazione etica delle diseguaglianze”. Per fortuna che abbiamo questo Papa: almeno ci dà occasioni per riflettere, per dissentire eventualmente, ma, soprattutto, per sperare. Trump. Quante contraddizioni. Si fa presto a criticare Trump ed il suo America First , poi, alla prima occasione, l’europeista convinto Manuel Macron, della cui vittoria abbiamo tutti gioito (non si sa se per lo scampato pericolo - Le Pen o per la qualità del suo progetto), sostanzialmente ha detto, e concretamente, France First. Prima la Francia ed i suoi interessi. Come si sa la nostra Finmeccanica con un’operazione ardita e ben mirata, aveva acquistato il 48% dei cantieri francesi Saint Nazaire. Il resto: il 7% alla Fondazione Tcr Trieste, ritenuta vicina a Finmeccanica, il 12 % al Gruppo Militare Dcm, il 33%, con potere di blocco e di prelazione, allo Stato francese. Questi accordi erano stati avallati a suo tempo sia da Renzi che da Hollande. Al varo dell’ultima nave, proprio in quei cantieri della Msc, la Meraviglia, il presidente Macron ha fatto sapere che vuole rivedere l’accordo, ne avrebbe il potere, fino ad ipotizzare addirittura la nazionalizzazione. Il Corriere della Sera di giovedì 1 giugno ci informa: “La real politik potrebbe indurlo a scelte protezionistiche”. Con buona pace di tutte le dottrine liberiste sbandierate da Macron in campagna elettorale. Se, intanto, qualcuno del governo, ma anche degli armatori italiani che costruiscono navi all’estero si ricordasse che in Italia abbiamo fior di Cantieri a cominciare da quelli di Castellammare di Stabia, sarebbe cosa buona, per l’Italia e per l’occupazione nel Mezzogiorno. Intanto, sempre Trump aveva solennemente “promesso” al Papa in occasione del loro incontro a Roma: “Mi ricorderò delle sue parole”. Detto, “fatto”. Tornato in America, dopo il deludente G7 di Taormina, ha letteralmente “stracciato gli accordi di Parigi sul clima, magari mentre teneva nell’altra mano l’enciclica “Laudato sii” che Papa Francesco gli aveva generosamente donato con la sua dedica autografa. Di quell’incontro resterà solo la fotografia arricchita sul piano estetico anche dalla presenza bella della moglie Ivanka.