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L’immunità nel variegato mondo dei vaccini anti Covid

Opinionista: 

I vaccini sono preparati biologici costituiti da microrganismi uccisi o attenuati oppure da alcuni loro antigeni (proteina spike), che hanno la funzione di stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi anti Spike. Relativamente alla proteina Spike, di cui il virus si serve per agganciare le cellule umane e penetrarvi diffondendo la malattia, in realtà questa serve all'organismo per impedire al virus di infettare le cellule bersaglio rendendolo di conseguenza innocuo. Attualmente i vaccini in uso, che sono tutti basati su questa funzione, utilizzando tale principio, sono : Pfeizer, Moderna, Astra Zeneca e Johnson & Johnson. I primi due iniettano mRNA per produrre la proteina Spike Sars Cov 2, mentre AstraZeneca e Johnson & Johnson utilizzano un vettore virale che contiene una sequenza di dna utile a far produrre all'organismo del paziente la proteina Spike. Intanto l'Organizzazione Mondiale della Sanità deciderà questa settimana se approvare un nuovo vaccino denominato Sinovak, vaccino attualmente in uso in Cina, nonostante non abbia ancora completato le tre fasi della sperimentazione per un uso di emergenza contro il Covid-19. Benché non abbia un’ottima copertura, giacché la sua efficacia è del 50/80% ,essendo un vaccino virale, cioè basato sulla tecnologia del virus inattivato, è ipotizzabile la mancanza di complicanze a lungo periodo. Poiché l'immunità di memoria è legata non ad una singola proteina ma a più pezzi del virus è ipotizzabile una sua più completa protezione temporale e una più completa immunizzazione. Non dimentichiamo che, soprattutto oggi, dobbiamo valutare la normofunzionalità del sistema immunitario, perché solo così possiamo avere certezza della protezione del nostro organismo in caso di infezione virale, inoltre tale studio deve tener conto che la nostra prima protezione, in caso di infezione, avviene tramite il sistema immunitario con le cellule linfocitarie. Infatti, quando il virus attacca il nostro organismo, i linfociti, in particolare i linfociti T8 attivati, bloccano immediatamente le cellule infette. In conclusione, vista l'enorme varietà dei vaccini che utilizziamo, ma tutti limitati nella loro globale efficacia e tutti con meccanismi diversi, appare ovvio che l'unica via da seguire sia la collaborazione, perché bisogna prendere atto che, oltre alla diffusione prevista e all'enorme spreco di risorse, l'obiettivo debba essere quello di poter arrivare a un vaccino comune onde bloccare questa che è ormai una tragedia universale. In questo senso va l'appello dell'Organizzazione mondiale della Sanitá, che tutti gli Stati dovrebbero attuare.

*Ematologo e già Responsabile del Centro di Immunoematologia del Santobono-Pausilypon, già componente del Consiglio Superiore della Sanità. Ha collaborato Fabio Perricone: medicina clinica e sperimentale