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Lo scandaloso stallo del caso Bagnoli

Opinionista: 

Bagnoli siamo all’anno zero dopo 21 anni dagli “indirizzi urbanistici” del giugno 94, con i quali il sindaco Antonio Bassolino e l’assessore alla vivibilità Vezio De Lucia prefigurarono la Città delle Meraviglie, e dopo 17 anni di amministrazioni di sinistra (il settennato di Bassolino e il decennio della signora Iervolino che ha gestito la BagnoliFutura per 8 anni cambiando presidenti e consigli di amministrazione a suo piacimento) vuol dire che qualcosa non ha funzionato. E bisognerebbe capire per quale ragione sono stati consumati per la grande trasformazione urbana di Bagnoli 21 anni (ai 17 della sinistra vanno aggiunto i 4 anni del sindaco Luigi de Magistris, anche lui responsabile del fallimento dell’operazione Bagnoli) e sono stati spesi molte centinaia di milioni di euro (abbiamo il diritto sapere esattamente quanti). Senza riuscirci. Ventuno anni sono un tempo enorme. Tanto è durato il regime fascista. Nel 1737 sono stati sufficienti 9 mesi per realizzare il San Carlo, il primo teatro lirico italiano. E negli anni ’40 il grandioso complesso architettonico della Mostra Triennale delle Terre Italiane d’Oltremare è stato realizzato in soli 20 mesi. E la sua ricostruzione degli anni ’50 è stata completata in appena 18 mesi. Ma il confronto va fatto con le grandi trasformazioni urbane europee e americane. Esiste una regione nel cuore dell'Europa, dove è cominciata nel 1989 una grande operazione di risanamento e di rinnovo del territorio. Questa regione è la Ruhr, il cuore industriale e minerario della Germania. Qui è stato realizzato un grande Parco Paesistico di 3200 ettari (dieci volte le aree dismesse di Bagnoli). Questo intervento, del costo di cento milioni di marchi, è stato totalmente finanziato dal Land (la Regione) che ha acquistato le aree e gli impianti, li ha decontaminati e ha realizzato una grande area a verde e servizi. La costruzione del parco è stata graduale, dal '91 al '94, con trasparenza sulle procedure e sui costi. E con la partecipazione dei cittadini alla progettazione. Il parco, gestito con fondi regionali e comunali, è sede di molte funzioni e attività di svago. Il vecchio stabilimento è stato trasformato in uno scenario di forte suggestione, illuminato di sera da luci colorate, utilizzato come palcoscenico da studi televisivi e fotografici, gruppi musicali e teatrali. Il riuso delle acciaierie prevede itinerari panoramici che consentono di accedere agli altiforni ; alcune pareti degli impianti sono state trasformate in palestre per free-climbing; i gasometri sono diventati piscine per scuole di sub. Numerose sono i giardini botanici, le piste ciclabili e le strutture ricreative (discoteche, bar, ristoranti, spazi espositivi) ma anche le scuole e i laboratori per la formazione e l'occupazione. La natura è comunque la vera protagonista: diversi tipi di piante e animali popolano le aree del parco: 300 diversi tipi di piante e felci selvatiche, 60 tipi di uccelli e 13 tipi di rettili e anfibi hanno riconquistato la loro nicchia ecologica.. Nella Ruhr il cielo è tornato azzurro e l'ambiente è più verde. Nel tempo di dieci anni. Esiste negli Usa una grande città , un tempo capitale dell’industria siderurgica americana. Questa città si chiama Pittsburg. Spenti gli altiforni, a causa della crisi dell’industria dell’acciaio (la stessa di Bagnoli), ai 90mila “steelers”, l’èlite della classe operaia americana, sono subentrati altrettanti medici, ricercatori e tecnici dell’hitech provenienti da tutta l’America e dall’Europa per sostituire l’industria dell’acciaio con quella del sapere ( 10 università, accanto alla prestigiosa Pennsylvania University) e quella della salute (15 ospedali, tra i quali il famoso Presbiteryan che coordina la banca dati mondiale degli organi da trapiantare). In dieci anni Pittsburgh è rinata a nuova vita. Parchi verdi, cielo azzurro, aria respirabile, i tre fiumi disinquinati e restituiti alle trote e ai lucci. Ha ragione il presidente dell’anticorruzione Raffaele Cantone quando dice che “Napoli è la città del Nulla”.