Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Mix vaccinali tra scienza e interrogativi senza risposte

Opinionista: 

Breve riassunto delle puntate precedenti: l'agenzia del farmaco italiana (Aifa) ha autorizzato il mix vaccinale affermando l'elevata sicurezza della vaccinazione eterologa. A tali conclusioni l'ente di controllo è pervenuto senza evidenze sperimentali solide circa i rischi ed i benefici del singolare frullato farmacologico adesso prescritto dal governo italiano, La stessa Ema (agenzia del farmaco europea) ha preso tempo ed ha lasciato il cerino in mano alle decisioni dei singoli Stati, sulle somministrazioni successive alla prima da cui scaturiscono reazioni avverse. D’altro canto vero è che i governi, ormai, anche grazie alle mirabolanti determinazioni assunte in sede europea, hanno acquistato centinaia di milioni di dosi di vaccini. Trattasi di preparati però elaborati e testati nella prima fase della pandemia, quando cioè talune varianti, rivelatesi poi resistenti ai vaccini, non risultavano ancora comparse. Era da tempo già noto alla comunità scientifica che, vista la debole struttura molecolare dei virus, i vaccini non costituivano il rimedio più efficace per contrastare forme influenzali di tipo virale: per le affezioni a base virale, trasmissibili per via respiratoria, proprio in ragione della inarrestabile e costante mutabilità molecolare del patogeno. E qui sovviene il primo quesito: perché i governi e le insigni autorità sanitarie hanno prescelto di contrastare la diffusione del contagio esclusivamente mediante l’improbabile ricorso allo strumento del vaccino, rinunziando al potenziamento del sistema sanitario, della medicina territoriale ed incentivando la ricerca delle cure, anche farmacologiche, più efficaci? I governi hanno così fatto incetta di centinaia di milioni di dosi, sottoscrivendo contratti multimiliardari con le case farmaceutiche per l’acquisto di cosiddetti vaccini di assai dubbia efficacia. Tali esondanti scorte di farmaci rischiano adesso di restare in gran parte inutilizzate, e di marcire scadute negli hub vaccinali, a meno che la popolazione, con le buone o cattive, non si convinca a farsele comunque inoculare, in dosi duplici, triplici o quadruplici, anno per anno a prescindere dall’efficacia e dagli effetti avversi che possano derivare dall’assunzione preparati. L’operazione si rivelerebbe, in tal caso, un colossale fallimento, innanzitutto politico, oltre che sanitario, per l’intera comunità internazionale, con conseguente spreco economico di risorse a carico delle finanze di nazioni già provate dalle pesanti ricadute dei lockdown e sottratte a soluzioni alternative di politica sanitaria, di aiuti alle imprese, e di ripresa. Intanto il nostro ministro della salute, che un destino quanto mai beffardo ha preteso si chiamasse “Speranza”, ha comunque fieramente tirato diritto e, sprezzante del ridicolo, ha comunque imposto il cocktail di vaccini , fottendosene del parere dell'Ema, con una semplice circolare (la legge ed il parlamento in Italia sono ormai un accessorio ordinamentale marginale e facoltativo), scavalcando i pareri delle agenzie di controllo comunitarie. Con tali presupposti, di chi sarebbe la responsabilità in caso di coccoloni insorgenti all’esito della somministrazione del mix vaccinale? Di certo, non c’è scudo penale e consenso informato che tenga a sottrarre i medici da responsabilità rispetto a tali forme di peculiari e grossolanamente incaute di somministrazioni: il consenso dell’avente diritto, anche se validamente prestato, perde efficacia in caso di lesioni che si risolvano in menomazioni letali o permanenti che incidono negativamente sul valore sociale della dignità e della persona umana. I medici, in particolare, di fronte ad una campagna vaccinale - condotta con metodi militareschi piuttosto che umanitari - non si sono certamente distinti per coraggio scientifico ed etica professionale: si sono lasciati imporre, senza sollevare neppure un flebile lamento, l’obbligo vaccinale che rappresenta un abominio sotto il profilo scientifico e civile, prima ancora che terapeutico, trattandosi di misura che nega, in principio, il giuramento di Ippocrate, denegando non solo la dignità del medico ma soprattutto della persona che si affida ai suoi trattamenti. Ciononostante, va detto che il personale sanitario vaccinato, allorquando entra in contatto con un positivo al Covid, deve comunque sottoporsi a quarantena non essendo certo che non possa trasmettere a sua vola il virus. Ed allora quale è il senso vero di un obbligo vaccinale se non quello di trasformare il personale medico nella cavia esemplare e nello zelante aguzzino del paziente recalcitrante a fornire materiale organico di sperimentazione? Sintesi finale: secondo l'Ema, resta tranquillamente somministrabile, dai 18 anni in su, anche per le dosi successive alla prima. L'Aifa, dal canto suo, è precisa: i casi di trombosi sono rari, nelle prime dosi, e nulli, nelle seconde dosi. A lasciare perplessi è l’esito di tali premesse visto che il ministro Speranza ordina di completare il ciclo vaccinale degli under 60 con Pfizer o Moderna e di utilizzare AstraZeneca solo per le cavie umane over 60. Jhonson è a posto: ma alcune Nazioni e Regioni ne bandiscono la somministrazione. I bugiardini, invece, continuano a raccomandare che il ciclo vaccinale vada completato con il medesimo preparato iniziale, evitando il metodo miscela a “cacchio” finale. E le aziende farmaceutiche non vogliono saperne di apportare modifiche alle raccomandazioni nell'uso di questi elisir di lunga vita. Dagli ultimi dati di eurobarometro risulta, nel frattempo, chiaro che l'entusiasmo delle mandrie di cavie che affollano gli hub vaccinali sia ascrivibile a “nobili motivazioni civiche” del tipo “andare in ferie”: non si tratta di scelta biasimevole visto che dopo due anni di sterili lockdown, i processi ipertrofici o infiammatori dei relativi apparati genitali ne suggeriscono la lenitiva esposizione all’aria di mare o di montagna. Ed infine, se i sieri sono sicuri ed efficaci, perché il governo italiano si avvia a protrarre lo stato di emergenza con la conseguente incombente possibilità del perdurare di sospensioni dell’ordinamento costituzionale e delle libertà fondamentali? Qualcuno pensa ancora di poter affermare che tutto questo abbia veramente a che fare con la politica, la salute psico fisica e soprattutto con la scienza?