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Napoli digitale traina la crescita dell’export

Opinionista: 

Ci sono buone e cattive notizie. In genere la notizia vera, mediaticamente parlando, è quella negativa. Nel nostro territorio, tuttavia, le cose vanno diversamente. Siamo così frastornati dalla cupezza di certe  cronache, generata dalla quantità industriale di problemi di ogni sorta, che le bad news sembrano pioverci addosso. Ci si abitua, come gli automobilisti napoletani si adattano alla presenza di parcheggiatori abusivi, ai ritardi dei mezzi pubblici, alle vie transennate, negate alla circolazione per effetto di cantieri dalla durata il più delle volte sconosciuta. Proprio per questo, tuttavia, bisogna valorizzare l’informazione in contro tendenza. Non sempre accade. Pochi ad esempio sanno che in Campania, oltre al boom dei flussi turistici, negli ultimi tempi arrivano segnali confortanti sul fronte delle esportazioni. Nei primi nove mesi dell’anno scorso - sono gli ultimi dati forniti dall’Istat e sono ancora provvisori - l’incremento rispetto all’analogo periodo del 2018 è stato di quasi l’8%. Con Napoli, giunta a quasi più 9%, a fare da traino. Il dato non era scontato. Non c’è stata una congiuntura favorevole in tutta l’Italia. Il Mezzogiorno continentale, in tanto ha fatto segnare un piccolo incremento dell’1,4%, in quanto comprensivo della dinamica Campania Felix. Il Nord Ovest ha accusato addirittura una flessione, mentre il Nord est, pur crescendo, ha incrementato il valore delle merci vendute oltre confine per meno di due punti percentuali. C’è una sola macro area che ha fatto meglio della Campania, molto meglio di tutte le altre, ed è stata il Centro Italia con un incremento superiore al 15%. Napoli, insomma, con il resto della regione, sta innescando un processo che, se duraturo nel tempo, potrebbe creare uno dei presupposti per il rilancio economico del territorio: l’incremento dei livelli di internazionalizzazione, sia produttiva che commerciale. A Napoli, si sono concentrati una serie di elementi tali da innescare una marcia in più: la creazione di un polo internazionale della formazione per la digitalizzazione, la spinta delle giovani generazioni di startupper, la virtuosa interazione tra imprese esistenti, creativi digitali e mondo della ricerca, lo stesso impegno dell’assessorato regionale all’innovazione per la realizzazione di strumenti che, anche attraverso l’implementazione tecnologica, favoriscono i rapporti di business su scala globale. Ne registriamo i primi frutti. Serve molto altro, ma prendere consapevolezza di quanto sta accadendo è fondamentale per non disperderne le tracce al vento.