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Prudenza per sconfiggere la “peste” del III millennio

Opinionista: 

Gentile Direttore, Le scrivo quando da poco è terminata la cerimonia della Festa della Repubblica, con l’immancabile spettacolo delle Frecce Tricolori che hanno sorvolato l’Altare della Patria. Una festa sobria, come l’anno scorso, per via della pandemia, ma pur piena di significati legati alla nostra Storia di ricostituzione e ricostruzione della Democrazia, che, come ha detto nel suo messaggio il Capo dello Stato Sergio Mattarella, non si è mai interrotta ed ha superato altre terribili prove come la sfida al terrorismo. La prova che stiamo affrontando oggi si chiama soprattutto “Covid-19”, ma altre ancora ci aspettano, sia a livello globale, sia a livello europeo, sia nazionale, sia locale. A livello globale, certamente la sfida ancora da superare è la pandemia in atto. Non ci si illuda, infatti, come affermano giustamente gli scienziati, che i segnali di riduzione della malattia, pur se estremamente positivi, da soli determineranno, a breve, la fine dell’incubo che stiamo vivendo da circa due anni. I comportamenti responsabili di ciascuno, con il rispetto delle regole di prudenza, sono il primo ed essenziale gradino per accedere alla sommità della fine di questa “peste” del III millennio. Poi, le vaccinazioni che dovranno essere completate al più presto per non incappare nelle “varianti” al virus, saranno l’altro aiuto fondamentale, non dimenticando che la definitiva sconfitta dell’occulto nemico si avrà solo quando tutte le Nazioni, la popolazione del mondo intero verranno fuori da questo flagello. La cosiddetta “globalizzazione”, infatti, con i mezzi di trasporto aereo, che hanno ridotto di mesi le distanze tra Continenti, è stata e sarà un’ottima “ricetta” per avvicinare i popoli di culture, religioni, economie diverse, ma porta con sé il “prezzo da pagare”: assieme al benessere collettivo, anche il malessere è contagioso! A livello europeo, poi, abbiamo visto come la prima fase della pandemia, che ci è venuta addosso all’improvviso e in modo subdolo e non scientificamente conosciuto, è stata gestita in maniera disordinata, dove ogni Nazione ha pensato più al proprio popolo “nazionale”, piuttosto che “europeo”. Per fortuna, ci si è resi conto che da soli non si riusciva a chiudere il cerchio solo nella propria Nazione, ed oggi lo “spirito europeo” sta prevalendo su scelte individualistiche, tanto care ai partiti e movimenti cosiddetti “sovranisti”! A livello nazionale, abbiamo assistito, come anche nelle altre Nazioni, per la verità, ad una iniziale confusione totalizzante: i cosiddetti “scienziati”, tanto presenzialisti sui nostri schermi, non erano d’accordo su una linea comune da seguire, tanto da lasciare in balia delle libere interpretazioni dei cittadini le misure di cautela da seguire. Il precedente governo Conte che ci “regalava” montagne di banchi a rotelle per il “distanziamento tra gli studenti” (a proposito, quanto sono costati, in quale scuola d’Italia hanno funzionato, in quali depositi sono stati messi a macerare?); le mascherine reclutate da mercati stranieri poco affidabili, attraverso la mediazione di improbabili manager, che hanno guadagnato milioni e milioni di euro solo per la loro “intermediazione“; i respiratori per i pazienti più gravi di Arcuri con le istruzioni per l’uso in inglese o tedesco. E tanto altro ancora. Oggi con il miglior esperto di logistica che abbiamo, il Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo, possiamo finalmente pensare ad una organizzazione senz’altro più efficiente e che ci tega più sereni, lasciandoci intravvedere la luce al di là del tunnel. Arriviamo, infine, al livello locale, ossia regionale, e poi comunale della gestione e conseguenze della pandemia. Non c’è dubbio che chi ne ha tratto più “beneficio”, dal punto di vista politico, s’intende, è stato il nostro Governatore Vincenzo De Luca. Alla vigilia del diffondersi del Covid-19 era in dubbio addirittura la sua ricandidatura a presidente della Regione. Dopo i suoi “lanciafiamme” e decisioni drastiche per il lockdown iniziale ha dato dimostrazione ai cittadini del suo “pugno duro” e decisionismo, tanto che nessuno più dei suoi alleati e del “suo” stesso a partito (Pd?) hanno osato mettere in discussione la candidatura al secondo mandato, e il risultato elettorale gli ha dato ampia ragione! Non v’è dubbio, poi, che la gestione della pandemia, tra inevitabili “alti” e “bassi” abbia avuto più luci, che ombre. E vengo, infine, a quel che accade oggi nella nostra bellissima e sfortunata città (sfortunata per i politici che non si merita). Mentre si sta cercando di venir fuori dalla pandemia, o almeno attutirne i colpi mortali che già ha inferto, per le prossime elezioni amministrative si sta litigando a più non posso, sia a Destra, che a Sinistra: da una parte c’è un valente magistrato, il pm anticamorra Catello Maresca, che non disdegna i voti di una parte politica che dovrebbe rinunciare alla propria identità (!), dall’altra c’è una coalizione che ha deciso il candidato nel famoso “corridoio dei passi perduti”, come plasticamente appellava Andreotti il corridoio con tanti divani di Montecitorio, che sostiene un altrettanto valido professionista, l’ex rettore della Federico II ed ex ministro dell’Università, Gaetano Manfredi, sostenuto da una miriade di liste “fai da te“ (pare ne siano 24), che reclamano “visibilità” prima ancora di aver vinto le elezioni (figuriamoci, poi, dopo, per la spartizione del potere). E il popolo? Quello è un’“appendice”, alla quale viene promesso di tutto e di più da tutti i futuribili candidati.

gen.francescobianco@gmail.com