Accessibilità:
-A A +A
Print Friendly, PDF & Email

Riapre il teatro San Carlo tra gioia e tanta speranza

Opinionista: 

Gentile Direttore, sto seguendo con particolare attenzione le vicende che interessano la nostra massima istituzione culturale, il teatro San Carlo, “vittima“ anch’essa delle restrizioni imposte a causa del Covid-19. Come si sa, quasi tutte le categorie produttive e di servizio hanno subìto enormi danni per le chiusure o forti limitazioni, onde evitare che la pandemia in atto si diffondesse a dismisura. Le conseguenze negative maggiori, comunque, sono state quelle relative al settore dello spettacolo. Tutti i teatri chiusi, come le sale cinematografiche, o i semplici luoghi di intrattenimento. Nella scelta delle priorità da non chiudere, giustamente si sono “privilegiati” i settori di produzione di beni primari e la loro distribuzione. Ritengo, tuttavia, che nella scelta di autorizzare l’apertura per ultimo i luoghi di intrattenimento sia stata più una scelta ideologica, che di effettiva necessità sanitaria. Posto che devono essere salvaguardate tutte le norme anti-Covid, non si capisce perché i teatri, i cinema, sale da concerto, siano considerati alla stregua di “ luoghi da semplice divertimento”, e non, come giustamente affermato dal grande Maestro Claudio Abbado “luoghi di cultura, al pari degli altri beni primari, come l’acqua; i teatri, le biblioteche, i cinema sono come tanti acquedotti!”. Ora, comunque, finalmente possiamo sperare che il “buio oltre la siepe” sia passato. I teatri riaprono, e il primo a darne notizia è stato il nostro “Massimo”, il teatro più bello al mondo: il San Carlo. Si parte dal 14 maggio con “La Traviata”, per proseguire con altre celeberrime opere come la “Carmen”, “l’Elisir d’Amore”, i “Carmina Burana”, e altrettanti celebri concerti. Io, che già da bambino sono un amante della musica classica, non posso che essere felice, ma garantisco, per quell’eascolto in giro, che tantissimi giovani sono interessati a questa apertura. A tal proposito, pur comprendendo le ragioni che possono muovere le rivendicazioni sindacali dei lavoratori del San Carlo, credo che non si faccia un buon servizio all’Ente ( e, di riflesso, a se stessi ) nel momento in cui queste vengono esercitate con durezza in una fase della vita tanto delicata, dove già l’apertura, condizionata tra l’altro, ancora da restrizioni, del Teatro, dopo un anno di chiusura, dovrebbe essere un segnale di sprone a proseguire nel solco di quanto già di buono era stato fatto dalla precedente sovrintendente Rosanna Purchia, ed egregiamente proseguito con il sovrintendente Stéfane Lissner, con rinnovata lena, avendo la fortuna di trovare al suo fianco l’esperienza e la capacità della direttrice generale Emmanuela Spedaliere, “anello di congiunzione” per la transizione dei due sovrintendenti. Il cartellone esposto dal San Carlo è di grande impegno e, grazie anche al progetto “Regione lirica” vedrà il “Rinascimento” anche della famosa piazza Plebiscito. È un “messaggio” di ripresa anche dello spirito che il nostro Massimo manda alla città: accogliamolo con gioia e speranza per il futuro.