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Suppletive sul disastro Napoli non per Roma

Opinionista: 

Ancora una volta si evidenzia nella nostra città il conformismo e l’appiattimento culturale pervasivo e soffocante che contraddistingue da troppo tempo il dibattito politico e sociale. Anche sulla vicenda della candidatura di Sandro Ruotolo, alle suppletive del collegio senatoriale che fu di Ortolani, all’unisono quasi tutti i media cittadini si sono espressi in corali alleluia seguendo un invisibile direttore d’orchestra che sapientemente dà il tono e il ritmo della musica. A poche ore dall’annuncio ufficiale dell’accordo tra Pd e de Magistris sul nome del candidato, esattamente alle 12 e 30 del 19 gennaio, quale componente della Direzione nazionale di Fratelli d’Italia inviavo un comunicato stampa, in cui evidenziavo l’errore macroscopico del Pd nel sottoscrivere, con l’appuntamento elettorale, una sostanziale resa a de Magistris. Forse perché presi dal panico per l’eventualità di dover affrontare da soli, dopo il rifiuto di alleanza dei 5 Stelle, un centrodestra compatto, i democrat si sono affrettati ad accettare la vera proposta di de Magistris, che infatti ha impiegato esattamente due minuti per ritirare la candidatura civetta della Palmeri. Sottolineavo nella mia nota che la identificazione del Ruotolo come soggetto organico alla politica ed alla casacca del sindaco era evidente e più che nota, se non altro per le sue precedenti candidature alle Politiche 2013 con la lista di Ingroia e de Magistris ed alle regionali Lazio, proprio contro Zingaretti. Ovviamente lo sconcerto derivava non solo dalla sottomissione di un partito di governo nazionale ad una formazione di rango inferiore, ma principalmente dalla posizione di netta e radicale contrapposizione nel consiglio comunale di Napoli. Naturalmente, a parte la lodevole attenzione del “Roma”, tutti i principali media napoletani non solo non recepirono il mio comunicato, ma in coro per giorni si uniscono in paginate di illuminate dissertazioni sulla solidità della candidatura Ruotolo, e de Magistris giunge a rivendicarla apertamente come sua indicazione in cui apprezza la convergenza del  Pd. Bisogna aspettare i quotidiani del 24 perché con la dissociazione degli intellettuali di sinistra a cominciare da Di Giovanni, a Velardi, Macry e Ranieri, all’improvviso le mie considerazioni del 19 gennaio prendono corpo di stampa e emergono a dignità di dibattito cittadino. Con ciò confermando l’antico dettame dell’informazione di sistema per cui la critica a sinistra è degna di attenzione solo da… sinistra. Ma veniamo al merito della questione e superando la difficoltà interna all’area della sinistra che si macera nella contraddizione di dover appoggiare il candidato di de Magistris, il dilemma va posto a tutti gli elettori di questo importante collegio. È evidente che qui la partita è solo formalmente di carattere nazionale, mentre in realtà assume una forte valenza locale, sia per la formazione del collegio che comprende quasi la metà della città, come territorio e popolazione, sia per la caratterizzazione del candidato Ruotolo, che al di là dei suoi meriti giornalistici, è  chiaramente  espressione politica diretta del Sindaco, sia per la sua storia politica che lo ha visto candidato per la lista di de Magistris ed Ingroia, sia per diretto collegamento “familiare” , essendo lo zio della sua più stretta collaboratrice, l’assessore Alessandra Clemente. Una vittoria di Ruotolo sarebbe una boccata di ossigeno per de Magistris che, pur essendo in gravissima crisi per le inefficienze e la paralisi del Comune, peraltro sull’orlo del dissesto, grazie a questa cinica operazione potrebbe riacquisire agibilità politica. Questo è il punto focale della campagna elettorale, Ruotolo si identifica con de Magistris e queste  suppletive possono essere il primo segnale di giudizio popolare su una amministrazione che ha messo in ginocchio una città. Che si voglia o no, la verità è che non ha alcuna valenza politica nazionale, perché non è determinante ai fini del Governo né può essere indicativa per il Pd nazionale, ma al contrario è certamente rilevante sul piano locale, come indicatore di una bocciatura di una Amministrazione indecorosa e dannosa.