di Giuseppe Giorgio

NAPOLI. Ora mistica al teatro Elicantropo dove la drammaturga e regista, Angela Di Maso, con il suo lavoro “Ecce Virgo-Storia di una monaca di clausura”, squarcia le sofferenti interiorità di due esseri prigionieri della loro stessa consacrazione. Affidata per l’interpretazione a due cantanti volutamente privati delle note come Gianni Lamagna e Francesca Rondinella, la vicenda immaginata dalla Di Maso, proprio come in un canto gregoriano, assume un ritmo vario, capace di oltrepassare le parole e la musica. “Ecce virgo concipiet et pariet filium et vocabitur nomen eius Emmanuel” (Ecco la vergine... concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele) potrebbe continuare così il titolo dell’introspettiva drammaturgia. Un titolo che sembra anche anticipare quello che poi alla fine rappresenterà l’epitome dolorosa espressa in scena dalla monaca protagonista. L’impietosa sposa di Cristo, intenta ad intrappolare in un’ ingannevole e peccaminosa confessione un prete a sua volta non certo immune dalle “mancanze” della carne. E così, invocando l’assoluzione dai propri peccati e la liberazione dell’anima ricattando il malcapitato prelato suo confessore, tra dialoghi tinti di profondo erotismo, suoni e silenzi che si rincorrono con perfetta sincronia, a farsi largo nella mente è anche quella “Summa Theologiae” (Somma teologica) di Tommaso d’Aquino e quella sua analisi sistematica del discorso emozionale e dei movimenti dell’anima determinati dalla presenza del corpo. Accompagnate da degenerative solitudini, le creature della Di Maso, confermando lo spessore metaforico di una scrittura possente, tragica e minimale, mettono in luce la decadenza di una chiesa vertiginosamente proiettata verso il dolore e il degrado. Evocando a tratti anche il mondo del drammaturgo e poeta francese Jean Genet, dove il bene e il male si intrecciano e si completano e il non nascosto desiderio erotico si esprime attraverso personaggi ambigui e violenti, “Ecce Virgo”, proietta tutti in una dimensione di scandalosa denuncia. Tracciando il dolente percorso terreno dei due consacrati della storia e disegnando le loro infiammate intimità, Angela Di Maso con la coppia Lamagna-Rondinella, porta in scena il patimento di personaggi perseguitati dalla debolezza di chi cela dietro un desiderio di amore un devastante martirio. Nel perfetto quadro di una tragedia sospesa sull’antico contrasto tra la purezza e l’immoralità, il sacro e il profano, percorrendo le stazioni di una Via Crucis, i protagonisti di “Ecce Virgo”, partendo dal loro bisogno d’amore e di sesso, danno forma ad una vicenda animata da esseri spaccati a metà tra corpo e anima. Con le musiche della stessa Di Maso e Arvo Pärt, gli elementi scenici di Armando Aloisi, i costumi di Francesca Loreto e le luci di Cinzia Annunziata, “Ecce Virgo”, in controtendenza con certi cliché usurati, propone un teatro essenziale con tutte le carte in regola per tornare a essere rito sociale.